Giubileo del mondo della comunicazione | Seminare speranza e misericordia

Dal 24 al 26 gennaio, a Roma, si svolge il Giubileo del mondo della comunicazione. Serve il coraggio seminare speranza e misericordia

Saranno i giornalisti e gli operatori del mondo della comunicazione a radunarsi per il primo evento giubilare dell’anno. La tre giorni a loro dedicata inizia il 24 gennaio, nel giorno della memoria liturgica di San Francesco di Sales (la cui reliquia sarà ospitata nella Basilica di S. Giovanni in Laterano) per concludersi il 26.

Sabato 25, in particolare, è previsto un programma ricco di incontri, come quello moderato da Mario Calabresi in cui interverranno la giornalista premio Nobel per la pace Maria Ressa e il co-fondatore della rete Narrative 4 Colum McCann.

Ancora, ci saranno l’udienza con il Papa e un seminario organizzato dall’UCSI (Unione cattolica stampa italiana) dal titolo Il Giornalismo a servizio della democrazia.

Ma sarà il pellegrinaggio alla Porta Santa di San Pietro l’evento più atteso da giornalisti, operatori dei media, dirigenti e direttori di testata, videomaker, grafici, copywriter, addetti alle pubbliche relazioni, social media manager, tecnici audio e video, tipografi, informatici del mondo cattolico.

In 9000, da tutto il mondo, varcheranno quella porta per confermare il loro impegno a comunicare la speranza in un mondo in cui tutto dice il contrario, dove spesso i titoli dei giornali urlano solo notizie negative.

Come dichiara il Dicastero vaticano per la Comunicazione, «non possiamo illuderci di costruire una buona comunicazione ignorando il male ma possiamo cambiare la prospettiva, se scegliamo di raccontare le scintille di luce che sempre ci sono in ogni storia, e che è sempre possibile scorgere anche negli scenari più oscuri».

Anche spazio + spadoni, nel suo piccolo, attraverso il suo magazine,
cerca di fare questo:
far luce sulle opere di misericordia che si compiono nel mondo,
raccontare storie belle, forti, positive,
dare spazio a tutte quelle realtà che possono essere un segno di speranza
.

Essere pellegrini, infatti, non significa solo camminare fisicamente un uno spazio.

Anche attraverso il web, comunicando, lo si può essere. Invece (ed oltre) che muovere le nostre gambe, possiamo far mettere in moto le parole, le idee, le visioni. Ci sarà sempre qualcuno, dall’altra parte, che attende.

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