
Donna e Misericordia
Misericordia, pietà e amore viscerale. Ciò che muove alle Opere di Misericordia
La parola misericordia o pietà in arabo, si traducono allo stesso modo: Rahma o Ra7ma ed hanno un suono più profondo della “H” con la lettera 7. Somiglia a come si scrive questo suono nelle lettere arabe “ح”. Questa lettera si usa anche per dire 7anan, hanan, tenerezza e anche per dire 7ob, amore. Il suono fa effetto di calore, di abbraccio, di accoglienza profonda.
L’etimologia di questa parola in arabo viene dalla parola Ra7em che vuol dire “utero”, legato alla madre, alla donna dove lei custodisce, nutrisce, porta, protegge, rende figli.
Allora vorrei riflettere insieme a voi sull’azione “avere misericordia e pietà” ma dal punto di vista dell’etimologia delle lingue semitiche ed in particolare dell’arabo.
Nel linguaggio biblico, specialmente quello ebraico, quando si parla di misericordia, si pensa all’amore viscerale, all’amore di madre.
Ci sono tanti versetti nella Bibbia che simboleggiano questo, ma ne ho scelti due come esempi.
Isaia 66,13
Come una madre consola un figlio,
così io vi consolerò;
a Gerusalemme sarete consolati.
1 Tessalonicesi 2,7
“Pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo. Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli”.
Conosciamo tutti il famoso dipinto di Rembrandt del “ritorno del Figliol Prodigo” dove vediamo le mani del padre che sono rappresentate da una mano dell’uomo e l’altra di una donna, proprio per esprimere la profonda accoglienza di una madre.
Questo riguarda lo sguardo, l’atteggiamento e il rapporto di Dio per noi. Ma noi possiamo avere questa misericordia verso le persone che non sono i nostri figli?
L’amore viscerale si sente in due momenti più degli altri: quando si accoglie un figlio o durante un primo incontro e quando si sta per perdere o nel momento della incapacità di intervenire per evitare una sofferenza o un danno a questo figlio. Maria in quel momento è stata più madre di tutti gli altri momenti, è stata ra7ma. Ha perso tutto e da quel momento è diventata La Madre.
Questo amore è così grande al punto di abbracciare l’umanità intera. Una ferita così profonda che ha spalancato Maria ad un’opera grande di amore. Un’opera che accade e non si fa o si programma.
Sono stata in focolare (comunità delle focolarine) in Siria, ma ad un certo punto siamo dovute uscire dalla città e andare in Libano per un periodo, lasciando le persone della comunità di giovani, famiglie, e ragazzi, e questo periodo è stato molto duro e doloroso per me.
Dopo un anno e mezzo di comunicazione da lontano (era nel 2013, non c’erano i tanti mezzi che ci sono adesso e loro spesso non avevano elettricità), un gruppo di queste persone inclusi alcuni giovani che seguivo in Siria è venuto in Libano per un incontro.
Una delle mamme mi raccontava le sue difficoltà con la sua figlia adolescente, che voleva avere un cellulare nuovo. Sono potuta stare con questi ragazzi per un po’ ed abbiamo affrontato il delicato argomento di non pesare sui genitori soprattutto in quella situazione difficile. È uscito fuori anche il tema del nuovo cellulare e, a mia sorpresa, la ragazza in questione è scoppiata a piangere, dicendo che lei aveva perso tanti amici e amiche perché erano partiti e con quelli che ancora sono lì non riesce a rendersi attraente senza un nuovo cellulare.
Ho capito quanto dolore c’era dietro quel suo desiderio, un’adolescente distrutta dal veder perdere molti amici in modo crudele e improvviso.
Ho pianto anche io, abbiamo pianto tutti. Mi sono sentita fallita nell’amore perché prima di parlare avrei dovuto ascoltare questa giovane, e prima di bacchettare avrei dovuto conoscere la situazione. La Ra7ma è il massimo di questa scala d’amore che parte da una ferita. Le ho chiesto scusa e ne abbiamo parlato a lungo. Bastava ascoltare e tutto avrebbe preso una nuova piega.
La pietà e la misericordia viscerale, prerogative di una donna, di una madre, si incarna in tutte le Opere di Misericordia. È da lì che possiamo dar da mangiare all’affamato, da bere all’assetato, consolare gli afflitti, etc.
Allora attingiamo alla misericordia di Dio, al Suo amore materno e partiamo verso ogni fratello e sorella che incontriamo, portando consolazione come una madre.
Immagine:
- Foto di Giu Vincente su Unsplash