Don Pero Miličević: “ho perdonato chi ha ucciso mio padre”

Don Pero Miličević, sacerdote di Mostar, al Meeting di Rimini di agosto, ha evidenziato il potere del perdono e della misericordia

Durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina negli anni ’90, ha perso otto membri della sua famiglia in un solo giorno e ha trascorso sette mesi in un campo di concentramento.

Nonostante queste atrocità, ha scelto di perdonare chi ha ucciso suo padre, riconoscendo che il perdono è essenziale per la guarigione e per vivere secondo il Vangelo.

Questa esperienza sottolinea l’importanza delle opere di misericordia e della missione di diffondere il messaggio di pace e riconciliazione.

Il Giubileo rappresenta un’opportunità per riflettere sul perdono e sull’essere misericordiati, promuovendo una cultura di pace e dialogo.

“Ci sono due cose che non si possono separare: il perdono dato e quello ricevuto. Tante volte il male ricevuto è così grande che riuscire a perdonare sembra come scalare una montagna altissima.

Ma da soli non possiamo, ci vuole la grazia di Dio, dovremmo chiederla”.

È la reciprocità della misericordia che Papa Francesco spiega all’udienza generale del 18 marzo 2020 e che si ritrova forte e potente nella storia di don Pero Miličević, sacerdote giovane di Mostar, la città che vide il suo simbolo, il ponte vecchio, abbattuto nel 1993 dalle unità croate.

Erano quelli momenti drammatici con Mostar divisa in due tra le forze croato-bosniache che occupavano la parte occidentale e l’esercito della Repubblica di Bosnia ed Erzegovina, a est, dove abitavano i musulmani bosniaci…

(di Benedetta Capelli – Rimini)

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