Don Ferdinando Colombo: Perdonare le Offese

Attualizzare le opere di misericordia con lo sguardo di don Ferdinando Colombo

È l’unica Opera di Misericordia che non guarda alle persone. Ma si sofferma su una cosa: l’offesa. È più vasta. Non ha confini. Non si limita ad una categoria, perché copre ed investe il cuore di tutti noi. Giorno per giorno. Perché il perdono è di fatto decisivo e discriminante nella costruzione della società e della famiglia. Perché parte dal cuore e parla al cuore!

Il perdonare è allora l’apice per il credente. È l’azione umana che più di tutte corrisponde a quella divina. Ma anche la valenza sociale del perdonare le offese è immensa. Dove infatti c’è perdono, ivi c’è giardino, crescita, profumo di benedizione. All’opposto, dove non c’è perdono, avanza il deserto e tutto si chiude, si blocca.

E come il perdono è il gesto che più ci rende vicini a Dio Padre, così il perdono è il segno più vero della nostra dignità di uomini. Nel perdono, mirabilmente, si intrecciano così cielo e terra, Dio e Uomo, umiltà e grandezza. (Giancarlo Bregantini)

Nel momento più drammatico della sua presenza terrena, Gesù spezza le catene strette dai suoi assalitori, abbatte il muro eretto dai suoi carnefici, sconvolgendo profondamente i nostri cuori con il perdono che porge ai suoi aguzzini, squarciando con un lampo il buio di quel momento terribile, quando chiede al Padre di perdonarli: “perdona loro Padre perché non sanno quello che fanno”. (Claudio Barbieri)

Tra le inaudite indicazioni evangeliche la più sorprendente è forse questa: “Se tuo fratello pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte al giorno ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai” (Lc 17,4). È già un’impresa difficile; ma almeno qui si tratta di un offensore che si scusa. In realtà, l’insegnamento complessivo di Cristo è più ampio e incondizionato: “Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati” (Mc 11,25). A questa scuola gli apostoli insegnano: “Non rendete a nessuno male per male (Rm 12,17); anzi, “benedite coloro che vi perseguitano” (Rm 12,14).

È un linguaggio che abbiamo in orecchio e non ci impressiona più. Ma la sua attuazione pratica è lontanissima dalle consuetudini umane, nel- le quali dominano i risentimenti e i rancori coltivati. Una delle cause più forti del malessere sociale è data proprio dall’imperversare dell’odio e delle vendette, che innescano una catena interminabile di rappresaglie e quindi di sofferenze. Di qui l’importanza della quinta misericordia che la Chiesa reca al mondo: l’incitamento a far prevalere in tutti la “cultura del perdono”. (Cardinal Giacomo Biffi)

La preghiera al Padre Nostro ci mette con decisione sotto una lente d’ingrandimento, mettendoci di fronte alle nostre responsabilità ed invitandoci ad esaminare con consapevolezza la nostra posizione. Che da un lato deve farsi attiva nel dare sostanza al perdono e dall’altro deve rimettersi alla misericordia del Signore nella richiesta d’essere perdonati. “ … e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori…” Vediamo subito che nel processo del perdono è presente una verità sostanziale: chi ha la consapevolezza del perdono di Dio sa perdonare. Perché guardando con compassione e misericordia chi ci ha offeso, riconosciamo anche di essere offensori e quindi nella necessità di chiedere con umiltà e fiducia il perdono di Dio. (Claudio Barbieri)

Il coraggio e la forza di perdonare costituiscono l’anima della vita cristiana, ma anche la via per costruire relazioni umane profonde e durature. Gesù ci invita continuamente a perdonare le offese. Certo, perdonare è difficile, nel mondo talvolta appare come una reazione debole, quasi contro il nostro istinto spontaneo. La vendetta, invece, appare come la reazione di una persona forte. Ma la vendetta non risolve niente, anzi: rende il cuore sempre più amaro, lo chiude in se stesso, agisce come veleno che può avere effetti devastanti. (Hermann Geissler F.S.O.)

Il perdono “di cuore” ci aiuta a non conservare nella memoria un dossier sull’altro, che viene sempre riattivato quando capita un’altra piccola cosa. In questo senso è molto importante il seguente invito di Madre Julia: “Sia oggi per voi il giorno in cui mettete fine al passato. Sia oggi il giorno in cui date fuoco a tutti i libri di debiti, ai registri e rendiconti che custodite ancora nel cuore: bruciate tutto nel fuoco dell’amore misericordioso di Dio. Proprio così, accendete un grande fuoco: quanto più il debito è grande, tanto più forte eromperà la luce. Comportatevi diversamente l’uno verso l’altro, come se vi vedeste per la prima volta; sì, ve lo ripeto, dimenticate tutto ciò che avete conservato nella mente. Cominciate di nuovo con l’aiuto della grazia e della fede” (25 gennaio 1981). (La Venerable Madre Julia, messicana 1881 – 1974 – Missionarie Figlie della purissima Vergine Maria)

Ma quanta strada ha fatto l’umanità in questo duro ed esigente ma così liberante cammino sulla strada del perdono! Ed in ogni passo, in ogni tappa, l’umanità è cresciuta. Si è liberata dalla tragedia della vendetta, della teorizzazione positiva della guerra (anche se ci resta nel cuore come tragica “follia!”), dalla pena di morte!

Ed ora, proprio partendo dal perdono delle offese, abbiamo nuove impegnative mete da raggiungere, come la verifica e il miglioramento del sistema carcerario, la progressiva eliminazione dell’ergastolo, nuovi spazi di riconciliazione in famiglia, una modalità rispettosa della politica e del sindacato, la forza della nonviolenza la custodia del Creato! (Claudio Barbieri)

 

Preghiera

Il progetto d’amore di Dio Padre, il suo cuore è ben evidenziato nel celebre prefazio nella seconda preghiera Eucaristica

della riconciliazione, che così recita:

“Riconosciamo il tuo amore di Padre quando pieghi la durezza dell’uomo e in un mondo lacerato da lotte e discordie,

lo rendi disponibile alla riconciliazione.

Con la forza dello Spirito, tu agisci nell’intimo dei cuori, perché i nemici si aprano al dialogo,

gli avversari si stringano la mano

e i popoli si incontrino nella concordia.

Per tuo dono, o Padre, la ricerca sincera della pace estingue le contese, l’amore vince l’odio e la vendetta è disarmata dal perdono!”.

 

Versione online del libro cliccando su “Le Opere di Misericordia – Don Ferdinando Colombo“.

 

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Fonte

SEC 2024-2025
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