Avvento: Tempo di Misericordia
Santa Maria Madre della Misericordia
Le luci delle grandi opportunità che la chiesa propone ai cristiani, come il tempo dell’avvento, sono sempre brillanti e raggiungibili, ma la stella cometa che ci guiderà sempre luminosa, è quella di Maria Madre di Misericordia perché è alimentata dal suo grande amore materno che non si spegnerà mai.
“O PASSEGGERO SALUTA MARIA CHE GRAZIA NON NEGA A CHI DI CUORE LA PREGA”. É l’invito più noto e popolare scolpito sulla facciata del santuario della misericordia di Vedano, sorto dopo che la popolazione del luogo, per debellare la peste che stava facendo moltissime vittime, fece voto alla Vergine, apparsa proprio lì tra i rami di un albero. Nel 1896 l’episodio del miracolo fu affidato alla narrazione pittorica di Luigi Tagliaferri mentre nel 1913 fu completato tutto il santuario, il campanile e la campane della misericordia.
Nel territorio bresciano, il 1527 segna la ripresa delle ostilità tra fazione e casati. In quel tempo alla carestia, alla fame e alla malattia, si aggiunse anche l’eresia luterana, che contribuiva a minare la fede. In questo particolare contesto storico, si inserisce l’intervento della Vergine, sempre pronta ad aiutare i miseri e a rafforzare la fede, anche con manifestazioni straordinarie.
A 750 metri sul livello del mare, nella piccola frazione di Predondo, sulla strada che conduce a Bovegno, avvenne un episodio miracoloso, il cui racconto, variamente ampliato e arricchito dalla tradizione popolare, ci mostra la sollecita misericordia della Madonna e il suo intento per ravvivare il cuore dei cristiani.
Il 14/15 maggio 1527 Maria Amadini, una ragazza di ventidue anni, orfana e con a carico il peso di due piccoli fratelli, di cui uno gravemente ammalato, andava nel bosco a raccogliere legna. Pregava e confidava nel divino aiuto della Madonna di cui portava il nome. Essendosi portata nel luogo chiamato Meola, dove scorreva un piccolo ruscelletto di acqua limpida, scavò nel terreno per trovare delle radici da raccogliere nel suo fascio di legna da portare all’oste del paese, in cambio di un po’ di pane per i suoi. Ed ecco che, tra la terra smossa, Maria vide il luccichio di alcune monete d’argento. Spaventata e pensando all’opera del maligno, si allontanò invocando l’aiuto di Colei che non è mai scarsa di grazie. Ripresasi subito, osservò le monete e vide che avevano impresse solo una croce. Ne ebbe tanta consolazione, che stimò quelle monete come dono fattole dalla Vergine, come grazia di Dio. Raccolte le monete, le portò in paese raccontando tutto con semplicità. Ovviamente questo generò un’affannata ricerca delle monete da parte dei suoi compaesani, che andarono sul luogo indicato da Maria, a scavare, senza però trovare niente.
Circa otto giorni dopo l’accaduto, il 22 maggio, Maria si recò nuovamente su quel colle, con una sua coetanea, una certa Caterina, per recitare il rosario e ringraziare la Madre di Dio per il dono ricevuto, quando sentì una voce che la chiamava per nome. Spaventata cercò di fuggire, ma la voce si fece risentire e Maria rispose in dialetto bresciano: “Ben?”. Mentre alzava gli occhi, paurosa e curiosa, vide una Signora con un manto color del cielo, di così grande bellezza e splendore che le disse: “ben hai risposto, ben hai ricevuto e ben avrai. Non aver paura, sono la Madre della Misericordia della quale tu sei tanto devota. Le monete sono un dono per la tua famiglia, persevera nel bene come hai fatto finora, non venir meno nella tua devozione, perché così sarai salva”. La gioia fu tale da causarle un pianto di commozione. Tra le altre frasi dette a Maria e variamente riportate in alcuni documenti, la Madonna parla della sua intercessione presso suo Figlio per allontanare dagli uomini un grande castigo e per implorare per tutti la misericordia divina. A Maria affidò l’incarico di recarsi nella piazza del paese dicendo a tutti dell’apparizione, affinché fosse costruita una cappella dedicata alla madre della misericordia e che tutti i malati che avessero contribuito alla costruzione, avrebbero avuto la guarigione. Maria naturalmente si recò decisa al Vicariato e presso la gente del paese dove, inizialmente scettici, tutti, in seguito ad un miracolo operato dalla Vergine su Maria, decisero di costruire una chiesa in suo onore.
Nel posto dove la Madre di Gesù aveva messo i suoi santi piedi, fu posta la prima pietra e l’intera costruzione fu affidata all’architetto Agostino Castelli. L’edificio, dalla grande cupola coronata da una lanterna poligonale, nel 1700 diventa fulcro della fede che supera i confini locali. La necessità di stringersi in preghiera con la Vergine per scongiurare guerre e malattie, fino alla seconda guerra mondiale, fece sì che si rimaneggiasse l’edificio provvedendo alla costruzione anche di un grande porticato che affianca il santuario. <<<L’interno fu presto arricchito da un bellissimo baldacchino di legno intagliato come il grande bancone della sacrestia e si sistemò, con fogli di rame, il rivestimento della copertura del restaurato campanile. Arricchiscono artisticamente il santuario sia la grande statua della Madonna della Misericordia, opera dello scultore Antonio Carra eseguita nel 1617, che le tele del ‘500,’600,’700 di pregevole valore>>>.
La strada che conduce al santuario è corredata da segni di devozione popolare dedicati all’apparizione e ai molti miracoli e guarigioni, come testimoniato dai tanti documenti e dagli ex voto custoditi gelosamente. Maria Amadini morì l’anno dopo l’apparizione, il 15 Luglio 1528, ed è sepolta in questo santuario, ancora oggi visitato da tante personalità di rilievo, ma soprattutto da tanta gente che cerca il conforto e la forza nella nostra grande Madre di Dio, dolce e vigoroso aiuto dei miseri.