7. Don Luigi Pieretti, tra i primi fd di Lucca | Lettera alla comunità di Torre del Lago

Continua il racconto della vita missionaria di don Luigi Pieretti, fidei donum della diocesi di Lucca in Brasile

Sono passate poco più di due settimane dal giorno del suo insediamento nella parrocchia di Santa Ines: è il 27 agosto 1979 e l’indomani don Sirio rientrerà in Italia.

Don Luigi Pieretti coglie l’occasione per scrivere una lettera ai parenti e agli amici di Torre del Lago. Parliamo di quasi 50 anni fa… All’epoca, non c’era Whatsapp e bisognava attendere i tempi degli uffici postali, con la speranza che la consegna andasse a buon fine. Ecco perché mandare un proprio scritto attraverso qualcuno era il modo migliore e più sicuro.

Ecco il testo:

“Sono le 10 di sera del 27 agosto 1979. Domani, don Sirio rientra in Italia. Colgo l’occasione per inviare un saluto a tutti coloro che mi sono stati e mi sono vicini con il loro affetto e le loro preghiere” […]

L’elenco delle persone da ricordare e ringraziare, come dice lui stesso, è molto lungo, perciò ci siamo permessi di fare un taglio.

“Ma se non posso salutare tutti, permettetemi di ricordare quelli con cui ho vissuto più da vicino questi anni di vita torrelaghese. Innanzitutto i sacerdoti della parrocchia: don Fosco e don Piero, con la loro collaboratrice domestica Luisa: a loro va un grande e duraturo ringraziamento. I partecipanti delle varie organizzazioni parrocchiali: il gruppo dei catechisti, la San Vincenzo, la Caritas, la Misericordia, il gruppo musicale, l’Azione Cattolica, il gruppo degli anziani, il gruppo degli adolescenti e dei giovani.

Un saluto particolare al Gruppo Missionario con il quale, oltre all’amicizia, ho condiviso l’impegno per il Terzo Mondo e attraverso il quale ho maturato la mia vocazione missionaria. Vi ricordo tutti: Gianfranco e Bruna, Giuseppe e Daniela, Antonio e Anna, Roberto e Cinzia, Franco e Mirta, Antonio e Luiza, Viviano e Morena, Tullio”.

 Leggendo questa parte, emerge il suo legame profondo con la comunità che ha lasciato e il suo affetto per ogni singolo amico e collaboratore. Tuttavia, non si limita a salutare, a ringraziare, ma li stimola, ricorda loro l’impegno missionario.

 “Continuate sempre a lavorare per essere di stimolo a tutta la comunità. Dovreste anche cercare di allargare il gruppo invitando altre persone. Vorrei ringraziare ognuno di voi per essermi stato vicino il giorno della mia partenza per il Brasile: Mario e Michela, Vittorio e Grazia, Renzo e Linda, Mario e Luciana, Maria Montorzi, don Rolando, don Sergio di Ancona e don Piero. Il ricordo di quel momento è ancora molto vivo nella mia mente.

Ed è soprattutto a voi, con i quali ho condiviso momenti molto forti di preghiera e di amicizia con Tezé e Fiáno, che invio quest’ultimo messaggio: vi ho sentiti fratelli e amici e sono sicuro che questa unione rimarrà molto forte per sempre. A voi auguro una crescita costante nella fede, nell’amicizia e nell’amore, e a me l’impegno del mio costante ricordo nella preghiera”. 

 A questo punto della lettera, è interessante il suo racconto della nuova realtà. Colpisce la sua descrizione dei luoghi e delle situazioni, ma anche il suo rinnovare il senso della sua vocazione e della sua presenza.

 “Come potete immaginare, sono stati giorni molto intensi e interessanti. Mi sono trovato in una realtà nuova da molti punti di vista. Mi limiterò a parlare di due aspetti.

Quello che mi ha colpito di più è la situazione di povertà nei quartieri di Salvador a Bahia e di Rio Branco ad Acre. Migliaia di persone vivono in condizioni di estremo bisogno: senza un alloggio decente, senza acqua, senza elettricità, senza lavoro, senza cibo, senza igiene, senza scuola e a volte senza dignità.

Di fronte a questa realtà, ho sentito un forte desiderio di condividere e lottare per superare questi squilibri. Ho sentito quanto il Vangelo e l’amore di Dio siano necessari come unica vera soluzione ai problemi umani.

Ho sentito ancora di più quanto sia necessario il servizio di testimonianza della fede di un cristiano e di un sacerdote, e ho ringraziato Dio per avermi chiamato a essere entrambi.

 La seconda realtà che voglio sottolineare è la vivacità della comunità cristiana di questa Prelatura di Acre e Purus dove mi trovo ora. In questi sette giorni di permanenza a Rio Branco, ho già avuto modo di visitare diverse comunità che fanno parte della parrocchia di Santa Ines o di altre parrocchie.

In queste comunità, guidate e animate da laici, si respira il desiderio del Vangelo, la gioia di aver scoperto Cristo, l’atmosfera di entusiasmo e impegno delle prime comunità cristiane.

Spero e prego il Signore, e anche voi pregate con me, che oltre a ciò che posso fare per questo popolo, sappia soprattutto accogliere ciò che di vivo, di vero, di profondo, nei sentimenti umani e cristiani, questo popolo di poveri vive e testimonia, per poter essere anch’io, con la grazia di Dio, ogni giorno di più un vero discepolo di Gesù qui”.

Don Luigi concluderà questa lettera con altri saluti e ringraziamenti, ma ciò che resta più impresso di ogni cosa è il suo invito continuo ad essere missionari in ogni luogo.

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