Viaggio apostolico di Papa Francesco in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore (2-13 settembre 2024)

Papa Francesco parla del suo viaggio apostolico in Asia e Oceania

Il 18 settembre, durante la sua ultima udienza generale, Papa Francesco ha parlato del suo ultimo viaggio apostolico (“si chiama viaggio apostolico perché non è un viaggio turistico, è un viaggio per portare la Parola del Signore, per far conoscere il Signore, e anche per conoscere le anime dei popoli…”) in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore.

È stato il suo 45° viaggio all’estero e anche il più lungo (undici giorni in tutto).

La sua prima riflessione è stata che “nel pensare alla Chiesa, siamo ancora troppo eurocentrici, o come si dice, ‘occidentali’. Ma in realtà la Chiesa è molto più grande, molto più grande di Roma e dell’Europa, molto più grande! E anche, se posso dirlo, molto più viva in quei Paesi. L’ho sperimentato in modo entusiasmante incontrando quelle comunità, ascoltando le testimonianze di sacerdoti, religiose, laici e soprattutto catechisti – i catechisti sono coloro che guidano l’evangelizzazione. Chiese che non fanno proselitismo, ma crescono “per attrazione”, come diceva saggiamente Benedetto XVI”.

Il Papa ha poi ricordato che in Indonesia i cristiani sono circa il 10% e i cattolici circa il 3% della popolazione, una minoranza. “Ma quello che ho incontrato è una Chiesa viva, dinamica, capace di vivere e trasmettere il Vangelo in quel Paese, che ha una cultura molto nobile e incline ad armonizzare le differenze, e allo stesso tempo ha la più grande presenza musulmana del mondo. In questo contesto, ho avuto la conferma che la compassione è la strada che i cristiani possono e devono percorrere per testimoniare Cristo Salvatore, e allo stesso tempo per incontrare le grandi tradizioni religiose e culturali”.

Passando alla Papua Nuova Guinea, il Papa ha detto di aver riscoperto la bellezza di una Chiesa missionaria in uscita… Lì, le diverse etnie parlano più di ottocento lingue, un ambiente ideale per lo Spirito Santo, che ama far risuonare il messaggio d’amore nella sinfonia delle lingue…. Il mio cuore si è rallegrato di stare per un po’ con i missionari e i catechisti di oggi;….. in loro ho visto un futuro nuovo, senza violenza tribale, senza dipendenze, senza colonialismi economici o ideologici; un futuro di fraternità e di cura per il meraviglioso ambiente naturale”.

Parlando di Timor Est, il Paese più cattolico dell’Asia, il Papa ha riconosciuto che, come Papa Giovanni Paolo II nel suo Viaggio Apostolico del 1989, il rapporto tra fede e cultura è fecondo.

Infine, il Papa si è rivolto a Singapore “una città-Stato, ultramoderna, un hub economico e finanziario per l’Asia e non solo. Lì i cristiani sono una minoranza, ma formano comunque una Chiesa vivace, impegnata a promuovere l’armonia e la fraternità tra le varie etnie, culture e religioni. Anche nella ricca Singapore ci sono i “piccoli”, che seguono il Vangelo e diventano sale e luce, testimoni di una speranza più grande di quella che i guadagni economici possono garantire”.

Il 26 settembre il Santo Padre partirà per il suo 46° Viaggio Apostolico in Lussemburgo e Belgio.

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