Suore in visita alle discariche di Honiara | La vita in Oceania

Si parte… con i racconti di suor Anna Maria Gervasoni, missionaria delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Destinazione Solomon Islands, nel Pacifico

di suor Anna Maria Gervasoni

È proprio vero che non si finisce mai di conoscere un popolo e la sua vita. Da sempre avevo sentito parlare della discarica di Honiara e della gente che ci vive ma, un po’ per paura, un po’ perché non c’era nessuno che ci accompagnasse, non abbiamo mai avuto occasione di andarci.

Ebbene, l’occasione è arrivata. I nostri confratelli salesiani hanno raccolto l’invito del parroco della zona dove è situata la discarica. Ci raccontavano che da subito la gente li ha accolti con gioia, perché mai nessuno era andato da loro, né a visitarli né a portare una parola di conforto ed incoraggiamento.

Vita in discarica

Si è scoperto che gli abitanti della discarica non sono particolarmente poveri o miseri, ma semplicemente sono immigrati in Honiara da altre isole delle Salomone e, non avendo trovato casa o terra dove costruire una casa, si sono “piazzati” nell’unico posto disponibile, non contestato, e non sovrappopolato.
Hanno case tradizionali (fatte di foglie di palma) ed alcuni anche di legno, chiamate “permanenti” perché durano di più di quelle tradizionali.

Non tutte le famiglie vivono dei “prodotti” della discarica. La maggior parte degli uomini ha un lavoro in città e le donne si arrangiano con piccoli orti ritagliati negli spazi tra i rifiuti. Allevano i maiali con il cibo che trovano tra i rifiuti… ed hanno dei maiali molto grassi!

I bambini sono tanti, di tutte le età; pochissimi vanno a scuola e passano le loro giornate a giocare ed esplorare i rifiuti.
Amano anche tuffarsi nelle acque di un ruscello che attraversa l’area e che ovviamente riceve i liquami dei rifiuti ma, come tutti i bambini del mondo, non se ne fanno un problema. A dire la verità, nemmeno le loro mamme, perché lavano i panni e le stoviglie nello stesso ruscello! Per bere e cucinare usano l’acqua piovana, recuperata in vari contenitori dalle lamiere dei tetti.

Nonostante tutto, questi bambini sono belli e in salute; non ho visto tracce di malattie della pelle o altro e sono semplicemente felici.

Ci hanno accolte

Quando i salesiani hanno cominciato a frequentare la discarica, celebravano la S. Messa all’aperto. Subito, però, la gente ha costruito una bella tettoia di lamiera con il pavimento di assi di legno. Verso Natale, hanno potuto dotare la chiesa di panchine ed hanno sempre usato tovaglie d’altare pulite e ben fatte. Per Natale hanno anche decorato la cappella e, per ringraziare i padri, hanno regalato loro un maialino.

Quando siamo andate anche noi, ci hanno accolto con cordialità ed i bambini ci hanno subito accompagnato nei loro posti di gioco.

Le donne ci hanno raccontato la loro vita quotidiana: dicevano che quando è caldo (praticamente tutti i giorni), l’odore dell’immondizia è così forte da stare male e nuvole di mosche si depositano dappertutto, tanto che devono tenere tutto assolutamente coperto, soprattutto il cibo, per non rischiare malattie.
Quando poi piove è peggio, perché la pioggia porta i liquami intorno alle loro case, costringendoli a camminarci dentro!

Tutti ci hanno ringraziato per la visita, per la presenza. Quello che incredibilmente traspare è la gioia, la serenità di una vita semplice, anche se il luogo non la rende semplice.

Ora che abbiamo cominciato a conoscere questa nuova realtà, non possiamo più ignorarla. Vediamo cosa riusciremo ad inventare, con l’aiuto delle ex allieve della nostra scuola, che sempre chiedono di aiutarci nelle nostre “imprese”.

(Febbraio 2019)

 

 Fonte e immagine dell’articolo

  • Suor Anna Maria Gervasoni
SEC 2024-2025
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