Speciale spazio + spadoni Ottobre Missionario: Io, Allievo della Missione

L’intervista che don Gherardo Gambelli, oggi Arcivescovo di Firenze, rilasciò al suo rientro in Italia dopo quasi 12 anni in missione

«L’evangelizzazione in Ciad, iniziata nel 1929 con i Gesuiti, non ha ancora compiuto il centenario», dice il sacerdote che, rientrato da settembre scorso a Firenze, guida la parrocchia della Madonna della tosse.

È cappellano nel carcere di Sollicciano e direttore spirituale del Seminario interdiocesano. Classe 1969, è partito per la prima volta nel 2001, chiamato ad insegnare, come professore invitato, nel Seminario nazionale che non aveva un numero sufficiente di formatori. «Piano piano, stando lì per alcuni periodi, ho iniziato anche ad appassionarmi alla realtà pastorale». Poi, nel 2011, dopo il servizio da parroco, «la possibilità di partire come fidei donum e di impegnarmi a tempo pieno e in modo continuativo»: sette anni nella capitale, nella diocesi di N’Djamena, e quattro presso il vicariato apostolico di Mongo, ai confini con il Sudan.

«Una sfida, in questa diocesi, nata appena 20 anni fa ad Est del Ciad, è stata l’accompagnamento delle comunità cristiane presenti». Per don Gherardo, infatti, in un territorio che conta più del 95% di musulmani, la Chiesa di Mongo è certamente «un esempio di buon vicinato e di collaborazione».

Ne sono la prova le “banche dei cereali”, cooperative agricole create per combattere il fenomeno della speculazione e dell’usura, nelle quali si realizza «il dialogo delle opere, cioè quel tipo di relazioni vissute per cose concrete, in cui si impara a conoscersi e a rispettarsi, a cogliere gli aspetti positivi».

È la lezione che si è portato in Italia, insieme alla «vitalità e alla gioia delle comunità di base e dei gruppi giovanili che ogni giorno riempivano la chiesa, e alla grande accoglienza e sensibilità della gente, in particolare delle donne».

È partito inizialmente come professore, don Gherardo, ma del Ciad e della missione è stato soprattutto un allievo.

Le banche dei cereali

Sono dei depositi di miglio che puntano ad assicurare una scorta comune, evitando che in alcuni periodi dell’anno i contadini debbano ricomprare dai ricchi commercianti a prezzi fino a 10 volte superiori. In questo modo, l’interesse dovuto alle banche è minimo e consente il miglioramento delle tecniche agricole e l’acquisto di nuovi strumenti.

 

Immagine

  • Foto di don Gherardo Gambelli

Fonte dell’articolo

  • “Popoli e Missione”, dicembre 2023, pag. 46
SEC 2024-2025
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