Selene Pera – Eppure Si Vive Anche Così
Racconto del viaggio missionario nella Repubblica Democratica del Congo
Selene Pera che allo spazio + spadoni conosciamo benissimo, presenterà il suo libro per la prima volta venerdì 19 luglio presso il giardino della Casa Madre della Sorelle di Santa Gemma Camigliano, Lucca.
Selene, di cosa parla questo libro?
Il libro racconta alcune esperienze che ho vissuto nei tre mesi nella Repubblica Democratica del Congo, durante l’ultimo viaggio missionario iniziato a novembre 2023. All’interno del libro ci sono anche alcune parti che riguardano il Burundi e il Rwanda che ho avuto la fortuna di visitare per una settimana circa durante il tempo in Africa.
Era la prima volta che andavi in Africa?
No, questa è stata la terza volta che ho scelto di andare in missione. La prima volta fu nel 2012, subito dopo la mia laurea. L’anno successivo poi ci sono tornata, sempre nella Repubblica Democratica del Congo. Infine il 22 ottobre 2023, Giornata Mondiale Missionaria, sono ripartita per la terza volta.
Cosa ti ha spinto a ritornare in Africa?
Sicuramente un desiderio missionario profondo che non si è mai esaurito negli anni, ma anche una serie di circostanze familiari che mi hanno fatto capire che quello era il momento giusto.
Hai dovuto seguire qualche formazione specifica prima di partire?
Non ho seguito nessuna formazione strutturata. Ma su questo punto voglio spiegarmi bene. Quotidianamente, grazie a spazio + spadoni mi interfaccio con lo stile missionario delle religiose che ci raccontano, relativamente ai loro progetti, anche le realtà che vivono. Due anni fa organizzammo una formazione missionaria presso il Convento di San Cerbone supportati anche dal Centro Missionario Diocesano di Lucca. Ogni giorno ho a che fare con le Sorelle di Santa Gemma, che mi hanno accolta nelle loro comunità a Bukavu e Kavimvira in Congo, pertanto ero preparata sulla realtà che mi accingevo a vivere in Africa. Prima di ogni viaggio, consulto sempre il sito del Ministero degli Esteri per informarmi bene qual è la situazione geopolitica del Paese che vado a visitare. Insomma, non si può partire senza alcun tipo di formazione o preparazione. Deve esserci una preparazione tale per cui chi va possa vivere con consapevolezza la missione e chi accoglie sia messo nella condizione di poterlo fare con serenità, senza brutte sorprese circa le reazioni che una realtà così diversa dalla nostra può generare dentro di noi.
Quanta ricchezza ti sei portata in Italia da questo viaggio?
Questa è proprio una domanda difficile. Non è quantificabile la ricchezza che riesce ad offrirti un’esperienza missionaria. Sicuramente un modo diverso di approcciarsi alla quotidianità, alle piccole cose. É un bagaglio personale immenso che si aggiunge a quello pre-esistente.
Che ruolo ha rivestito spazio + spadoni nella tua esperienza missionaria?
Indubbiamente il ruolo di spazio + spadoni è stato centrale soprattutto nel nutrire il desiderio missionario già presente in me. La costante presenza delle suore e le tante progettualità con loro, hanno alimetato il sogno di viaggiare e ogni giorno, vedendole in tutti gli angoli del mondo, laddove spazio + spadoni opera, cresceva in me il desiderio di raggiungerle, di vivere anche io la loro cultura, di agire sul campo insieme a loro. Un desiderio così grande, incontenibile, che ad un certo punto è come se mi fosse esploso dentro con la conseguente decisione di partire.
Come è nata l’idea di scrivere un libro su questa esperienza?
Ho tenuto un diario nel tempo che sono stata in Africa e mi ero detta “magari un giorno lo pubblico”, poi al rientro, per un attimo, avevo messo da parte questa ipotesi. L’idea di scrivere un vero e proprio libro mi è stata suggerita e l’ho accolta volentieri. Mi è sembrato un buon modo per far conoscere la realtà missionaria alla famiglia, agli amici e ai tanti giovani che, spero, avranno la possibilità di leggere questo libro. E perché no….mi auguro che qualcuno venga contagiato dalla grande gioia che ho provato in Africa e, incuriosito, si affacci in questo modo carico di ricchezza.
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