Scampia: “prima, non la ritenevo affare mio”
L’esperienza di un campo di volontariato a Scampia con il Gruppo “Sei Missione” di Como, raccontata da Anna Belingheri, 17 anni
(di Anna Belingheri)
Mi chiamo Anna e il campo missionario a Scampia è stato per me la prima esperienza di un volontariato del genere.
Inizialmente, non conoscevo praticamente nessuno, ma questa cosa non mi ha spaventato.
Non bisogna limitarsi per paura.
Arrivata a Scampia, tutti quanti mi hanno accolto molto calorosamente, seppur senza avermi mai vista.
Non c’è stato alcun tipo di pregiudizio o disagio.
La mia prima impressione è stata che io non c’entravo nulla con tutte le persone che erano al campo, e forse non sarei stata nemmeno adatta per stare con i bambini di quell’ambiente.
Invece, ho avuto una piacevole sorpresa. Mi sono resa conto che nessuno mi giudicava e che nessuno si aspettava nulla da me.
Sono stati 9 giorni splendidi, che sono passati velocissimi.
Ciò che mi è rimasto più impresso è la gentilezza delle persone che, guardandoci passare, seppur lavorando in quartieri non molti “amichevoli”, ci fermavano perché erano piacevolmente incuriosite dalla nostra azione di volontariato.
Aver fatto il campo mi ha aperto un po’ la mente su una realtà che prima completamente ignoravo,
perché non la ritenevo “affare mio”.
Ciò che, invece, mi ha scosso di più è l’ambiente in cui alcuni bambini vivono, come il campo di via Carafiello. Mi è parso di trovare una cosa comune: una grande innocenza ma anche una subdola malizia probabilmente inculcatagli dai genitori e dalla loro “casa”.
Questa esperienza mi ha dato più di quanto credessi, davvero. Non pensavo di poter empatizzare così tanto con gente su cui prima avevo pregiudizi; e non credevo di poter essere accompagnata da persone cosi semplici e buone!
Mi porto dentro un’esperienza che mi ha aperto le porte del cuore.
Mi porto nel cuore una gran bella scoperta e una consapevolezza diversa della realtà che mi circonda.
La testimonianza che più mi ha colpito credo sia stata quella fatta al Dream Team, un’associazione a Scampia che si impegna a reintegrare e aiutare le donne con problemi di qualsiasi tipo.
Qui, abbiamo non solo sentito la direttrice che parlava degli obbiettivi raggiunti come associazione, ma anche la testimonianza della famiglia di Antonio, una vittima innocente di camorra.
Sentire la fidanzata del fratello di Tonino commuoversi raccontando la sua storia mi ha fatto venire i brividi.
Una ragazza che ha deciso di entrare a far parte di una famiglia cosi pregiudicata già all’età di 16 anni… è stato emozionante.
Inoltre, è stato toccato l’argomento della violenza sulle donne, sul quale sono particolarmente sensibile. Un grande senso di giustizia.
Tornata da questo campo, “Missione” è diventato per me impegno.
Impegno di non lasciare più correre le cose,
non accontentarmi più di quello che gli altri mi fanno vedere,
ma di scavare e farmi un’idea da sola, con la mia testa.
Da ragazza di 17 anni, penso che sia un’esperienza che ognuno dovrebbe fare una volta nella vita.
Vedere nuove realtà, conoscere nuove culture.
È raro poter partecipare a un’esperienza di questo tipo, già da minorenne, e in più la vita è corta. Provare non costa nulla!