Santo del giorno per il 9 novembre: San Teodoro, soldato e martire
Teodoro di Amasea, noto anche come Teodoro Tiro o Tiro, era un soldato dell’esercito romano nel Ponto, originario dell’Oriente, che subì il martirio per la sua fede in Cristo.
Considerato santo dalla Chiesa cattolica e dalle Chiese orientali.
Ebbe un culto diffuso nel medioevo, legato ad un noto panegirico pronunciato da Gregorio di Nissa e poi al suo mecenatismo di soldati e reclute.
Storia di San Teodoro:
La casa natale di Teodoro è sconosciuta: secondo alcuni nacque in Cilicia, secondo altri in Armenia.
Secondo la tradizione fu arruolato nell’esercito romano e, al tempo di Cesare Galerio (293-305), trasferito con la sua legione nel quartiere invernale di Amasea.
Era allora in corso la persecuzione contro i cristiani già iniziata da Diocleziano (284-305) e ribadita da Galerio, imperatore dal 305, con una serie di editti che prescrivevano a tutti di fare sacrifici e libagioni agli dei.
Sacrificio agli dei:
Teodoro si rifiutò di sacrificare agli dei, nonostante la sollecitazione dei suoi compagni.
Fu accusato di essere cristiano e deferito al giudizio del tribuno.
Durante l’interrogatorio, nonostante l’alternanza di minacce e promesse, rifiutò nuovamente di sacrificare agli dei.
È nota la riluttanza dei governatori a mandare a morte l’imputato, tanto più in questo caso trattandosi di un legionario: hanno preferito ricorrere alla tortura per spezzare la loro resistenza e salvarsi la vita.
Il prefetto Brinca, comandante della legione marmarica, considerando anche la giovane età e l’intelligenza di Teodoro, si limitò a minacciarlo e a concedergli una breve tregua per dargli il tempo di riflettere.
Teodoro, però, colse l’occasione per continuare la sua opera di proselitismo e, per dimostrare che non aveva intenzione di abiurare la religione cristiana, bruciò il tempio della grande madre degli dei Cibele che sorgeva nel centro di Amasea, vicino al fiume Iris.
Fu così arrestato nuovamente e il giudice locale, un certo Publio, ordinò che fosse flagellato, rinchiuso in carcere e lasciato morire di fame.
Ma questa punizione sembrava non avere effetto su Teodoro, che rifiutava persino il bicchiere d’acqua e l’oncia di pane al giorno che gli davano i suoi carcerieri.
Essendo miracolosamente scampato alla morte per fame, Theodore fu finalmente rilasciato dalla prigione e processato.
I magistrati gli fecero grandi promesse, lo esortarono con forza ad assecondare i desideri degli imperatori anche in apparenza, promettendo che lo avrebbero lasciato andare libero.
Gli hanno anche offerto la carica di pontefice.
Teodoro rifiutò sdegnosamente e si alzò davanti al tribunale, non riconoscendo i loro dei, deridendo le aperture a lui fatte e testimoniando che non avrebbero strappato da lui una sola parola o gesto contro la lealtà che doveva al Signore.
Il giudice, vedendo l’ostinazione di Teodoro, ordinò quindi che fosse torturato con uncini di ferro, finché le sue costole non furono scoperte, e lo condannò all’arso vivo.
San Teodoro: Il martirio
Subì il martirio il 17 febbraio 306 (o tra il 306 e il 311).
I carnefici lo condussero nel luogo designato e presero legna dai mercanti balneari.
Teodoro depose le sue vesti ei tanti adoratori accorsi per toccarlo, che furono respinti dai carnefici.
A loro il martire disse: ‘Lasciatemi così [vivo], perché colui che ha sopportato le torture mi aiuterà affinché io possa resistere indenne allo impeto del fuoco.
I carnefici lo legarono, accese il rogo e se ne andarono.
La leggenda narra che Teodoro non subì l’umiliazione delle fiamme, morì senza dolore e rese la sua anima glorificando Dio.
Una donna di nome Eusebia chiese il corpo di Teodoro, lo asperse con vino e altri unguenti, lo avvolse in un sudario, lo mise in una cassa e lo portò da Amasea alla sua tenuta a Euchaita, l’attuale Aukhat, a un giorno di distanza, dove fu sepolto.
Il culto
Ad Euchaita, sul luogo di sepoltura di Teodoro, fu costruita già nel IV secolo una basilica, frequentata dai pellegrini in visita alla tomba del Santo.
Ed è in questa chiesa che alla fine del IV secolo san Gregorio di Nissa pronunciò un discorso che registrava brani della vita e del martirio di san Teodoro.
Il culto di San Teodoro si diffuse rapidamente in tutto l’Oriente cristiano e successivamente in tutto l’Impero.
Ad Amasea fu eretta una chiesa in suo onore al tempo dell’imperatore Anastasio I Dicoro (491-518).
A Costantinopoli nel 452, dal console Flavio Sporacio. io
n Ravenna, dove esisteva un monastero che porta il suo nome, dall’arcivescovo Agnellus (557-570) gli fu dedicata la cattedrale un tempo appartenuta agli Ariani.
A Roma nell’VIII secolo gli fu dedicata una chiesa sotto il Palatino, mentre la sua immagine si trova nel mosaico della Basilica dei Santi Cosma e Damiano, eretta da papa Felice IV (c. 8).
San Teodoro è considerato il patrono dei soldati e delle reclute.
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