Santo del giorno 17 dicembre: San Daniele

Ebreo di famiglia nobile, fu deportato in Babilonia (VII secolo aC). Per la sua saggezza e capacità di interpretare i sogni, diventa il funzionario di Nabucodonosor.

Per aver profetizzato la caduta dell’impero babilonese viene dato in pasto ai leoni, ma Dio lo salva.

La storia di Daniele

Possiamo conoscere il profeta Daniele attraverso il suo libro ispirato, tramandatoci, fatto unico, in tre lingue: ebraico, aramaico e greco, scritto intorno alla metà del II secolo a.C.

Il libro è diviso in due parti: una storica (capitoli 1-6 e 13-14) dove Daniele ei suoi tre compagni sono presentati nella fornace e poi Daniele alla corte del re Nabucodonosor come interprete dei sogni.

C’è poi una seconda parte profetico-apocalittica (capitoli 7-12), con quattro visioni riguardanti il ​​Regno di Dio.

Attraverso il Libro, Daniele ha raggiunto uno scopo dottrinale, fissando nell’unico Dio la vera fede, e, insieme, uno scopo consolatorio, di incoraggiamento: sebbene ci siano popoli che sembrano più forti, nessuno è forte come il Dio in cui credono.

Daniele, Il profeta

Nacque a Gerusalemme da una nobile famiglia intorno al 600 a.C.

Il libro non fu quindi scritto da lui, come ora concordano gli storici, ma da discepoli che ne raccolsero e tramandarono i ricordi.

Nessuno mette in dubbio la storicità del profeta.

Divenne famoso come profeta grazie all’episodio di Susanna, che fu salvata dalla morte alla quale era stata ingiustamente condannata da due giudici disonesti (cfr Dn 13):

“Il popolo si radunò nella casa di Ioakim, suo marito; vi si recarono anche i due anziani, pieni di intenzioni perverse, per condannare a morte Susanna…Ella pianse e alzò gli occhi al cielo, il cuore pieno di fiducia nel Signore…

L’Eterno Dio, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che avvengano, 43tu sai che mi hanno teso la menzogna! …Mentre Susanna veniva condotta alla morte, il Signore suscitò lo spirito santo in un giovane di nome Daniele, 46che esclamò: “Sono innocente del suo sangue!”…

51Daniele esclamò: ‘Separateli (i giudici) bene gli uni dagli altri, e io li giudicherò’…”

I due giudici hanno dato due risposte contraddittorie

“Allora tutta l’assemblea proruppe in grida di gioia e benedisse Dio, che salva coloro che sperano in lui… Da quel giorno Daniele divenne grande davanti al popolo”.

Successivamente, la sua capacità di interpretare i sogni del re gli permise di acquisire una maggiore autorità spirituale e morale.

Si sa che sopravvisse al crollo dell’impero neobabilonese (539) e che la sua ultima visione sia datata 536.

Essendo nato intorno al 620, aveva quindi ormai più di 80 anni, adempiendo le ultime parole dettegli dall’angelo:

‘Vai alla fine e riposati; e sorgi alla tua sorte alla fine dei tempi» (Dn 12).

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Fonte:

Notizie dal Vaticano

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