Santo del giorno 10 dicembre: San Gregorio III
Siriaco di nascita, successe a Gregorio II e fu eletto il 18 marzo 731 per acclamazione popolare. Il suo pontificato fu in pratica caratterizzato dalle stesse vicende e dallo stesso corso del suo predecessore.
Gregorio e La polemica iconoclasta
Dopo la sua elezione, l’imperatore Leone III Isaurico volle firmare personalmente il decreto di approvazione.
Leone III sperava con questo gesto di propiziare buoni rapporti con Roma e ottenere una posizione più moderata sulla controversia iconoclasta.
L’anno prima dell’elezione di Gregorio, nel 730, Leone III aveva emanato un editto ordinando la distruzione di tutte le icone religiose.
In pratica, poiché né l’islam né l’ebraismo veneravano immagini sacre, il provvedimento era rivolto solo ai cristiani.
In sostanza, tutte le immagini sacre dovevano essere rimosse dalle chiese.
Nello stesso tempo, Leone III convocò un silentium (un’assemblea) al quale impose la promulgazione dell’editto.
La risposta di Gregory non era quella che Leo si aspettava.
Il pontefice lo informò della sua perfetta adesione alla linea di condotta e alle decisioni assunte dal suo predecessore Gregorio II, che si era dichiarato assolutamente contrario a tale iniziativa.
Il tono della risposta fu così deciso e brusco che il messaggero incaricato di consegnare il messaggio all’imperatore si rifiutò inizialmente di portare a termine la missione.
Costretto a farlo, partì ma fu arrestato lungo la strada dai Bizantini, impedendogli di raggiungere Costantinopoli.
Gregorio convocò quindi un sinodo il 1 ° novembre 731, a cui parteciparono 93 vescovi.
I padri sinodali condannarono l’iconoclastia e stabilirono la scomunica per chiunque avesse osato distruggere le icone.
Un secondo messaggero inviato a Costantinopoli subì la stessa sorte del primo: Leone III non voleva che giungessero a Costantinopoli decisioni da Roma contrarie alle sue posizioni in materia di fede perché avrebbero ostacolato la sua politica iconoclasta.
L’imperatore, attaccato frontalmente, rispose togliendo i Balcani e l’Asia Minore dalla giurisdizione della Santa Sede.
In pratica, ha estromesso la Chiesa di Roma dall’Oriente.
La pressione imperiale sul papa si concretizzò ulteriormente con la confisca di tutti i beni ecclesiastici nel Ducato di Calabria e Sicilia, regioni che erano sotto il controllo bizantino, e, contemporaneamente, dando ordine a quei vescovi di recarsi a Costantinopoli per la consacrazione .
Per recuperare il danno economico arrecato alle finanze del papato, che era enorme.
Gregorio cercò di riprendersi acquistando in seguito il castello di Gallese.
Gregorio cercò di sedare i dissapori con l’imperatore, ma i suoi sforzi furono vani e le tensioni rimasero.
Azione politico-diplomatica di Gregory
Sentendosi abbandonato e in pericolo, nel 739 Gregorio compie una mossa che, pur non avendo un risultato immediato, orienterà le vicende della storia europea per i secoli a venire.
Si rivolse a Carlo Martello, amministratore di palazzo del regno franco di Austrasia e Neustria, chiedendo esplicitamente aiuto militare contro i Longobardi.
Carlo accolse cordialmente i messaggeri pontifici, accettò i doni ma non pensò di intervenire.
Con una seconda lettera, inviata nel 741, il papa giocò la carta estrema: offrì addirittura a Carlo Martello, in cambio di aiuti militari, il titolo di console dell’Urbe (ossia la responsabilità della giurisdizione militare di Roma).
Questo è stato ovviamente un grosso errore politico, poiché la città era ancora, anche se nominalmente, sotto la giurisdizione imperiale.
Per Carlo avrebbe significato guerra contro Costantinopoli oltre che contro i Longobardi, e ovviamente rifiutò.
Gregory: Evangelizzazione del Nord Europa
Parallelamente all’attività politico-diplomatica, le iniziative di Gregorio erano volte a proseguire l’impegno del suo predecessore per l’evangelizzazione del Nord Europa, che Gregorio II aveva affidato al monaco anglosassone Wynfrith (ribattezzato Bonifacio).
Bonifacio però non trascurò la Chiesa anglosassone, concedendo il pallio anche a Ecgbert, arcivescovo di York, e Tatwin, arcivescovo di Canterbury.
Per la loro importante opera missionaria, anche Gullibaldo in Boemia e Beda in Inghilterra ottennero il pallio.
Per contrastare le ultime resistenze del paganesimo nel Nord Europa papa Gregorio spostò la festa di Tutti i Santi dal 13 maggio al 1° novembre, in modo da sovrapporla alla festa celtica di Samhain (Halloween).
Gregorio vietò ai cristiani di mangiare carne di cavallo, definita in una lettera scritta a Wynfrith-Boniface nel 732, in risposta a varie domande del missionario sull’evangelizzazione dei popoli del nord Europa, come un alimento immundum et execrabile.
Chi lo mangiava doveva fare penitenza, poiché il consumo di carne di cavallo aveva connotazioni legate al paganesimo.
Gregorio III morì il 28 novembre 741, prima di ascoltare la seconda risposta negativa di Carlo Martello alla sua richiesta di aiuto, e fu sepolto in San Pietro.
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