Santo del giorno del 7 marzo: Perpetua e Felicita
Un vero e proprio olocausto cristiano o si direbbe un campo di concentramento quello in cui si immolarono Perpetua e Felicita
Le parole di Gesù: “Non temete” scandiscono i passi della storia, non importa quanto si vada lontano nel tempo.
Il martirio di Perpetua e Felicita risale al 203 d.c. in un’arena, di fronte alla ferma ed ostinata risposta di adesione alla fede cristiana.
“Sì, io sono cristiana; sì, io sono cristiano” è il grido dei martiri di ogni dove ed ogni tempo.
Leggiamo con Tertulliano la passione di Perpetua e Felicita
Molto probabilmente si deve a Tertulliano la storia tramandata delle due martiri.
Emerge forte la figura di Felicita che, pur di consegnarsi agli spasimi del Martirio, gioisce di dare alla luce precocemente il suo bambino.
Queste le sue parole di fronte a chi manifestasse lapalissiana incredulità: “Laggiù un altro sarà a soffrire in me perché io ora soffro per lui”.
Come dire: “È Cristo che vive in me”!
Una fede che pacatamente si rinnova.
E non da meno fu l’esempio di Perpetua, anche lei mamma, ed anche lei delle stesse origini cartaginesi.
Perpetua è la nostra Anna Frank: scrive il diario del loro internamento
Fanno rabbrividire le struggenti parole di Perpetua e non vorremmo veramente neanche un secondo essere nei loro panni: “Stipati laggiù, ci sentivamo soffocare dal caldo, perché i soldati non avevano riguardo per noi”.
Era una donna ricca, di famiglia benestante, anche lei partoriente mentre Felicita faceva parte della servitù.
Normale consuetudine del tempo per i nobili ed i signori.
Essere cristiani, secondo il governo di Settimio Severo significava votarsi alla morte.
Di fronte alla reprimenda del padre, Perpetua rispose che così come una brocca o qualunque altro oggetto non potevano chiamarsi diversamente, lo stesso valeva per lei stessa.
Non poteva non essere cristiana.
Insieme a loro due, imprigionati anche cinque catecumeni ed il loro catechista.
Sembra di sentire le loro urla; eppure accorata era la preghiera di resistere ai patimenti, ad imitazione del Cristo redentore.
Qual più grande figura allora che quella di Perpetua e Felicita in questo tempo cruciale di preparazione per la Pasqua?
Suor Ines Carlone Figlie di Maria Missionarie
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