Santo del giorno 18 novembre: Sant’Odo abate di Cluny
Odo de Cluny, venerato come santo dalla Chiesa cattolica, fu il secondo abate dell’abbazia di Cluny e fu tra gli artefici della riforma cluniacense.
La storia di Sant’Odo:
Era figlio di un feudatario di Deols, vicino a Le Mans, nella regione di Tours.
Oddone ricevette la sua prima educazione alla corte di Guglielmo I d’Aquitania, studiando a Parigi con Remigio d’Auxerre.
Intorno al 909 divenne monaco, sacerdote e superiore nella scuola dell’abbazia di Baume, il cui abate Berno fu il fondatore dell’abbazia di Cluny e ne fu il primo abate.
Nel 920 divenne abate di Aurillac e nel 927, alla morte di Berno, fu da quest’ultimo indicato come successore dell’abbazia di Cluny.
Odo: Il più grande riformatore di Cluny
Autorizzato da papa Giovanni XI nel 931, Odox riformò monasteri in Aquitania, nel nord della Francia e in Italia.
Il privilegio papale gli diede il potere di riunire sotto la sua supervisione molte abbazie e di ricevere monaci da altre abbazie benedettine non riformate di Cluny; la maggior parte dei monasteri rimase indipendente e molti divennero centri di riforma.
Oddone fu il più grande riformatore di Cluny, che divenne il modello del monachesimo per i secoli successivi, trasformando il ruolo della pietà religiosa in uno stile di vita.
Tra il 936 e il 942 visitò più volte l’Italia, fondando il monastero di Nostra Signora sull’Aventino a Roma e riformando diversi monasteri come Subiaco e Montecassino.
Fu spesso coinvolto in importanti missioni politiche, ad esempio nella pace tra Ugo d’Arles e Alberico I di Spoleto che mediò per volere di papa Leone VII.
Gli scritti di Oddone
I suoi scritti includono una biografia di Gerald di Aurillac, tre libri di Collationes (opere morali, severe e risolute), alcuni sermoni, un poema epico sulla redenzione (Occupatio) in diversi tomi e 12 antifone corali in onore di Martino di Tours.
In una delle antifone dice:
“Tu che hai vinto tre volte il caos, solleva coloro che sono caduti nel peccato; come hai diviso il tuo mantello, rivestici di giustizia!”.
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