Santo del giorno 30 marzo: Ludovico Da Casoria

Oggi un santo napoletano, Ludovico da Casoria, che con tanta fantasia si calò nei drammi del suo tempo. “L’africa convertirà l’Africa” tra i motti 

Spesso si dice, e Ludovico ne è un fulgido esempio, che il popolo napoletano è pieno di brio e fantasia.

Vedremo con che spirito ed ardore, allora, Ludovico, di battesimo Arcangelo, nato nel 1814 a Casoria, riuscì ad effondere pace ed amore.

Ludovico, umile falegname che si fece francescano

Inizialmente si dedicò all’insegnamento ma presto prese tutta un’altra direzione folgorato da ciò che gli accadde in una chiesa napoletana.

In particolare, nella chiesa di S.Giuseppe Dei Ruffi, chiesa della delle sacramentine, fu il fatto strano e prodigioso con cui Ludovico, tramortito ed incosciente, si abbandonò ad una certezza nuova.

Questo evento, da lui coniato “lavacro”,  ribattezzò la profusione dei suoi sforzi per gli infermi ed i miseri.

Subito dopo, difatti, nel convento napoletano ad Aram allestì una farmacia per i suoi confratelli.

Poi il buon vento sparse talmente i semi che ci si dedicò a tutti i confratelli della provincia malati,  a Capodimonte di Napoli.

Le miserie del suo tempo arricchirono il cuore di Ludovico e noi

Incarnò spirito e carisma evangelici, a servizio totale del tempo che correva e versava in un abbandono dissoluto e di emergenza sociale.

Tra i destinatari della sua opera vi furono:

– i moretti e le morette, ovvero l’infanzia ed adolescenza africana con i problemi, ancora odierni, della schiavitù.

Non è solo con la popolarissima santa Bakhita che si parla di schiavitù e lei visse in periodo successivo. Sic!

Anche qui, il progetto dal motto “l’Africa convertirà l’Africa” ebbe talmente seguito che il buon vento necessitava di altra messe.

E così a Capodimonte i moretti furono accolti anche in una proprietà della regina Maria Cristina Di Savoia che è beata!

– i popoli africani nativi o alternativamente detti indigeni. Stabilì la sua missione nel porto di Scellal.

– gli scugnizzi napoletani

– i ciechi ed i sordomuti

– iniziative culturali di ogni tipo; persino l’Osservatorio meteorologico di Sant’Agata sui due Golfi a Napoli si deve a lui

E per finire Ludovico si prodigò per i marinai, navigando con coraggio

Uomo di relazione che si confrontó, consigliò con futuri beati, santi e fondatori tra cui Bartolo Longo  (fondatore del santuario di Pompei), Giovanni Bosco, Daniele Comboni.

Un rapporto di confidenza ed intimità che condusse Ludovico ad essere da tutti benvoluto, anche dai re.

E così di lunedì santo, quel 30 marzo 1885, ultima sua opera una casa di ristoro per vecchi marinai, da marinaio coraggioso ci lasciò.

Ecco delle parole che ci hanno molto colpito leggendo il suo testamento spirituale: “L’amore di Cristo aveva ferito il mio cuore”.

Sì, vero, i poveri li abbiamo sempre con noi (Mt 26, 11) ed allora, con l’esempio di questa figura illuminata partenopea, ci guardiamo giusto dirimpetto.

Iniziamo da lì.

Suor Ines Carlone Figlie di Maria Missionarie

Per approfondire

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Santo del giorno del 10 marzo: Maria Eugenie di Gesù Milleret

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Fonte dell’articolo

Dicastero delle cause dei santi

 

 

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