Santo del giorno 17 aprile: Caterina Tekakwitha

Una laica canonizzata solo 10 anni fa, indiana d’America, Caterina, con valori forti sigillati poi nel sacramento del battesimo

Le origini restano le origini e fanno da calce alla cultura, una struttura da cui prende forma tutto il nostro edificio, quello di Dio.

Piccole consapevolezze che diventavano sempre più convinte nell’animo di Caterina, un po’ ribelle alle etichette e molto amante della verità.

Oggi, il nome Indios è talvolta bollato come qualcosa di fuori dal mondo, isola d’avventura che aliena dal vivere in società.

Sembra di leggere di quei capolavori della letteratura con il piccolo Mowgly.

Eppure ciò ci rende fieri di vivere il nostro tessuto di umanità, in una fitta intelaiatura che ci rende e ci fa popolo di Dio.

Vediamo alcune notizie biografiche sulla vita di questa santa, Caterina Tekakwitha.

Le origini di Santa Caterina Tekakwitha

È nata nel 1656 da genitori appartenenti alla stessa macro-tribù ma a due stirpi diverse.

Le tribù o clan rappresentano un po’ l’insieme di tradizioni, valori, lingua che tessono la cultura in cui si cresce.

Il papà era pagano, indiano irochese, della tribù degli Agniers o Mohawks, la stessa della moglie che, invece, era della stirpe algonquina.

La donna aveva ricevuto un’educazione cristiana dai coloni francesi ma era diventata ostaggio della stessa tribù di appartenenza, gli Agniers.

A seguito di una disputa tra le due stirpi, si patteggiò che fosse data in moglie ad un indiano irochese, il papà di Caterina Tekakwitha.

Queste le origini natali di Caterina che, a seguito di un’epidemia di vaiolo, si trovó presto orfana.

L’incontro con il missionario che cambiò la vita a Caterina

L’educazione cristiana trasmessa dalla mamma condusse la giovane ragazza allora sui passi di uno zelante missionario P.Giacomo De Lamberville.

Egli si accorse dell’ambiente poco adatto per la vocazione di Caterina e così la portò nella Missione Saveriana, insieme ad altri indiani convertiti.

Ricevette i sacramenti fondamentali e scelse la via della verginità perpetua sebbene i venti contrari non erano pochi.

Sapeva l’unica cosa che desiderava ormai nella sua vita e quando morì alla tenera età di 24 anni in Canada era ormai riconosciuta da tutti piena di sante virtù.

Suor Ines Carlone Figlie di Maria Missionarie

Per approfondire:

Santo del giorno 5 aprile: Maria Crescentia Hoss

Santo del giorno 6 aprile: Pietro da Verona

Avellino, le suore di Santa Gemma alla Settimana Missionaria: la testimonianza di Suor Paola

Santo del giorno del 18 marzo: San Cirillo di Gerusalemme

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Fonte dell’articolo

Dicastero delle cause dei santi

 

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