Santa Rita

Esempio di donna per le donne

Margherita Lotti nasce a Roccaporena nel 1381 in una famiglia di grande fede, dalla quale impara due concetti che saranno fondamentali nella sua vita: la violenza non è mai la soluzione ai conflitti e tutti, se lo vogliamo, possiamo diventare strumenti di pace. Già il matrimonio mette in evidenza la docilità di Rita che, con i suoi modi gentili e caritatevoli, riesce a cambiare il carattere violento del marito a beneficio della loro famiglia. In seguito, con l’uccisione del consorte, risulta ancora più evidente la propensione alla pace e all’amore di questa donna. Rita, infatti, pur riconoscendo gli assassini del marito, per evitare il perpetrarsi dell’odio e che i suoi figli potessero macchiarsi l’anima per vendicare il padre, decide di non rivelare i loro nomi. Questo episodio mette in luce anche l’estrema fiducia di Rita in Dio. Ella è consapevole che solo con il suo aiuto può salvare i suoi figli e a Lui li affida. I gemelli in breve tempo moriranno di malattia e Rita vede in questo un segno di amore da parte del Padre che non ha permesso la perdizione di quelle due anime.

Rita rimasta senza la sua famiglia, non cade in preda alla disperazione, ma continua a “combattere” l’odio con la forza della preghiera e dell’amore per Gesù, fino alla decisione di entrare nel monastero agostiniano di Cascia dove vivrà servendo gli altri fino alla sua morte, il 22 maggio del 1457.

Nel 1900 Papa Leone XIII la proclama Santa e oggi possiamo considerarla, nella schiera dei Santi, una delle più invocate. Ma perché?

Probabilmente perché essendo stata Donna, moglie, madre, vedova, monaca rappresenta un esempio per tutti quelli che ogni giorno affrontano le difficoltà della propria vita. A tal proposito riporto la testimonianza di alcune donne, facenti parte della “Pia Unione Primaria”, alle quali ho chiesto cosa rappresenta Santa Rita nel loro essere donna e madre.

Angela testimonia che, nel suo essere mamma, ha come esempio l’amore senza condizioni che Santa Rita sapeva donare al marito e ai figli, vivendo la fede in Dio con atteggiamento caritatevole, praticandola nella famiglia senza sentirsi sminuita, ma sentendosi forte in Lui. Santa Rita è un esempio di donna e mamma vera che indica come affrontare la vita, a testa alta e senza abbattersi perché, nel bene e nel male, con la forza della preghiera, abbiamo sempre accanto a noi Dio.

Valeria racconta di essere cresciuta nella devozione a Santa Rita perché sin dalla nascita sua madre l’ha affidata alla sua Santa Protezione. Come Santa Rita è riuscita a costruire una famiglia sana, gioiosa, unita dall’amore. Questa serenità è stata stravolta dalla malattia del suo secondo figlio, ammalatosi appena nato. La malattia è stata affrontata con il dolore che solo una madre sa, lo stesso che anche Rita ha vissuto, ma come Lei con un totale affidamento a Dio con una preghiera intima, profonda e gridata per l’impellente bisogno di aiuto. Il bambino è stato operato il 21 maggio, vigilia della festa di Santa Rita, ed oggi è un ragazzo pieno di vita e salute. Questa esperienza ha lasciato la consapevolezza che, come insegna anche Santa Rita, nulla si può affrontare senza Dio, unica speranza e unica forza.

Marilena nel suo essere donna e mamma cerca di tener presente il coraggio di Santa Rita, soprattutto la sua lotta per difendere la famiglia.

Aurora è un’infermiera. Per lei Santa Rita è un rifugio dove attraverso la preghiera trova pace, serenità forza e aiuto. Nel suo lavoro tiene come esempio la dedizione di Santa Rita nel prendersi cura degli altri e nelle situazioni difficili la invoca per trovarne sostegno. Nella sofferenza dell’altro e nella sua paura per i piccoli pazienti con la preghiera, fatta per fede e disperazione, paure e ansie diventano coraggio, nella consapevolezza di non essere sola.

In questi racconti vediamo che per le donne, usando le parole di Antonella, “Santa Rita è esempio di amore. Un amore puro, battagliero, che nei momenti bui diventa luce. Un amore che è fiducia, abbandono totale a Colui che da sempre ha amato”.

La sua spina, che rappresenta i dolori di tutti, non è sofferenza ma diventa strumento di vicinanza e partecipazione al dolore di Cristo ed è la certezza che, qualunque situazione della vita, anche dolorosa, può essere attraversata se insieme a noi c’è Gesù.

Lo sguardo al Crocifisso ci permette di vedere, come è stato per Santa Rita, la gioia della vita eterna e la certezza che Dio è “la speranza che non delude”.

Ersilia Nastasi

Laica Canossiana

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  • Ersilia Nastasi

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