Santo del giorno per il 10 novembre: San Leone Magno
Storia di San Leone: Il pontificato di papa Leone I attraversò la metà del V secolo (440-461). Fu un’epoca segnata da grandi turbamenti, nel mondo e nella Chiesa.
Uno degli eventi più famosi del suo pontificato avvenne nell’anno 452, quando l’intera penisola italiana tremava di fronte all’invasione di Attila l’Unno.
Già gran parte dell’Italia settentrionale era caduta prima dell’invasore; le città di Aquileia, Padova e Milano furono conquistate, saccheggiate e rase al suolo.
Attila, minacciando l’interno dell’Italia, si accampò presso Mantova, sul fiume Mincio; ed è qui che conobbe Leone, il Vescovo di Roma.
Leone era venuto come capo di una delegazione per convincere Attila a ritirare le sue forze.
Secondo una leggenda successiva, durante le trattative, Attila ebbe una visione degli Apostoli San Pietro e San Paolo, che portavano spade sguainate, e minacciavano Attila se avesse osato attaccare la città di Roma.
La storia può essere vista ritratta nel Palazzo Apostolico, negli affreschi di Raffaello.
Tre anni dopo, toccò nuovamente a papa Leone stare senza l’aiuto dell’uomo davanti a un esercito conquistatore.
Genserico, re vandalo, apparve alle porte di Roma; e quantunque il gran Papa non potesse persuaderlo a risparmiare la città, nondimeno lo convinse a risparmiare l’Arcibasilica di San Giovanni in Laterano, e le Basiliche dei Santi Pietro e Paolo.
La città fu catturata, ma migliaia di innocenti si salvarono quando si rifugiarono negli edifici cristiani.
Peter ha parlato tramite Leo
La vita di Leone, tuttavia, non riguardava solo gli affari secolari e la ricerca della pace mondana.
All’interno della Chiesa, Papa Leone si dedicò alla conservazione degli insegnamenti tramandati una volta per sempre dagli Apostoli.
Il suo più grande trionfo fu il Concilio Ecumenico, da lui promosso, che si tenne a Calcedonia (l’odierna Kadiköy, Turchia).
Lì i Padri conciliari hanno riconosciuto e riaffermato la verità dell’unione di due nature, divina e umana, nell’unica Persona di Gesù Cristo.
Lo stesso Leone aveva proclamato questa verità in una lettera, originariamente indirizzata a Flavio, patriarca di Costantinopoli.
Quando il “Tomo” di Leone fu letto a Calcedonia, i Padri conciliari gridarono “Pietro ha parlato tramite Leone!”
Teologo e pastore
Leone Magno fu un fervente sostenitore e promotore del Primato della Sede di Pietro.
In quasi 100 prediche e lettere giunte fino a noi, il “Grande Papa” si mostra insieme teologo e pastore: attento all’importanza della comunione tra le Chiese, ma non dimentico dei bisogni dei fedeli.
Fu la sua cura e sollecitudine per le donne e gli uomini comuni ad animare le opere di carità da lui compiute in un’epoca segnata da carestia, povertà, ingiustizia e superstizione pagana.
In tutte le sue azioni, si sforzò di “sostenere la giustizia con costanza” e di “offrire clemenza con amore” – tutto nel nome di Gesù, poiché “senza Cristo non possiamo fare nulla, ma con Lui possiamo tutto”.
San Leone: un Papa di primati
Il pontificato di Leone è stato segnato da una serie di primati.
Fu il primo Papa di nome Leone e il primo Papa ad essere ricordato come “il Grande” (in seguito anche Gregorio I e Nicola I sarebbero stati onorati).
Leone è anche il primo Papa i cui sermoni sono pervenuti a noi.
È uno dei due soli Papi (l’altro è Gregorio) ad essere riconosciuto Dottore della Chiesa.
Alla sua morte nel 461, divenne il primo Papa sepolto nella Basilica di San Pietro.
Le sue reliquie sono conservate nella nuova San Pietro, presso l’Altare della Cattedra, in una cappella dedicata alla “Madonna della Colonna”.
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