Santo del giorno 26 dicembre: Santo Stefano, primo martire

Santo Stefano, Protomartire in quanto fu il primo a versare il suo sangue per Cristo. Fu eletto con altri 6 diaconi collaboratore degli Apostoli e morì lapidato.

La Chiesa lo festeggia il 26 dicembre.

È il patrono degli scalpellini e dei muratori.

Stefano nella Divina Commedia

“ha visto chinarsi, per la morte
Che già l’aggravava, verso la terra,
Ma de’ suoi occhi fece sempre porte al ciel,
Pregando l’alto Sire, in una così grande guerra
Che avrebbe perdonato i suoi persecutori
Con quell’aspetto che la pietà disarma. (Purgatorio XV)

Nella Divina Commedia, Dante racconta di aver assistito a una scena commovente: quella della lapidazione di un giovane che, morendo, implora perdono per i suoi persecutori.

Ciò che colpisce il poeta fiorentino è la mansuetudine di Stefano, che infatti emerge in tutta la sua forza nel racconto della sua vicenda negli Atti degli Apostoli.

“Signore, non imputare loro questo peccato”, grida Stephen ad alta voce, piegando le ginocchia pochi istanti prima di spirare.

Stefano, il giovane ripieno di Spirito Santo

Stefano fu uno dei primi a seguire gli Apostoli.

È stato ipotizzato che fosse greco o ebreo istruito nella cultura ellenistica.

Quel che è certo è che era molto stimato nella comunità di Gerusalemme, tanto che il suo nome compare negli Atti come primo tra i sette che furono eletti per aiutare gli Apostoli nella loro missione.

“Uomo pieno di fede e di Spirito Santo”, compiva prodigi e miracoli, ma alcuni nella sinagoga incitavano il popolo, anziani e scribi, dicendo di averlo udito pronunciare espressioni blasfeme contro Mosè e Dio.

Era il tempo dopo la Pentecoste.

Stefano fu trascinato davanti al Sinedrio, presentò falsi testimoni che lo accusarono di averlo sentito dire che Gesù il Nazareno avrebbe distrutto quel luogo e sovvertito le usanze tramandate da Mosè.

La lapidazione e il perdono di Stefano

Stefano ha poi pronunciato il discorso più lungo degli Atti degli Apostoli, un discorso potente in cui ha ripercorso la storia della salvezza.

Dio aveva preparato la venuta del Giusto ma loro avevano resistito allo Spirito Santo proprio come i loro padri perseguitavano i profeti.

“Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio”, ha concluso Stefano.

Parole che gli sono costate care.

I presenti scoppiarono in forti grida.

Fu trascinato fuori dalla furia del popolo e cominciarono a lapidarlo.

Tra coloro che approvarono la sua uccisione c’era Saulo, che da feroce persecutore dei cristiani sarebbe poi diventato l’apostolo delle genti, san Paolo.

Ai suoi piedi deposero il mantello di Stefano e, mentre le pietre lo colpivano, il giovane chiese a Gesù di accettare il suo spirito e di perdonare i suoi assassini.

Forte devozione a Santo Stefano

Il luogo del martirio di Santo Stefano a Gerusalemme è tradizionalmente situato appena fuori la Porta di Damasco, dove oggi sorge la chiesa di Saint-Étienne.

Nel Cristianesimo la devozione per Santo Stefano fu molto forte fin dall’inizio e notizie delle sue reliquie risalgono al 400 d.C.

L’eco della sua vita, soprattutto del suo martirio, ha permeato profondamente l’arte.

È spesso raffigurato con pietre decorative o una palma.

Una curiosità: solo in Italia ben 14 comuni portano il suo nome.

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Fonte:

Notizie dal Vaticano

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