Ricordi natalizi dall’Oceania | L’umorismo nelle pieghe della vita quotidiana
Dalle Solomon Islands (Oceania), suor Anna Maria Gervasoni ci regala un sorriso con il racconto di un passato Natale
Carissimi amici,
a Honiara, è rimasta poca gente in città e non ci sono stati grandi eventi; il Natale si è festeggiato molto tranquillamente, nelle case, con un colpo di scena legato al presepio nella cattedrale.
E’ successo che il sacrestano aveva preparato le statue del presepe in sacrestia (delle belle, grandi statue di legno intagliato e lucidato), spolverandole ben bene per la loro “entrata solenne” nelle varie S. Messe.
Coi ragazzi era poi andato in chiesa a preparare la capanna davanti all’altare. Ritornato in sacrestia, si è accorto che c’era un vuoto sul tavolo dove erano poste le statue: Gesù Bambino non giaceva più nella mangiatoia!
Cerca di qua, cerca di là: niente. Durante le celebrazioni della settimana prima del Natale, il parroco della cattedrale e il Vescovo hanno lanciato corali appelli per avere indietro il bambino e ci hanno fatto pregare sant’Antonio, che fa ritrovare le cose perdute, ma fino alla vigilia ancora niente.
Le suore Mariste, allora, sono venute in soccorso, offrendo il loro Gesù Bambino di plastica (aveva la taglia esatta!) e con una verniciatina di marrone per la pelle, nero per i capelli e una spruzzata di lacca per renderlo lucido, la notte di Natale un bel Gesù Bambino sorridente ha preso posto nella greppia della cattedrale.
Ma la storia non è ancora finita! Il giorno dopo, era la volta di portare i pastori (ad ogni messa, durante la processione iniziale, venivano portati i vari personaggi). Quando il sacerdote con i chierichetti ha raggiunto l’altare, si è accorto che nessuno li aveva portati. Così, dice ad un chierichetto: “I pastori!”.
Il ragazzino era titubante perché quella parola non rientrava nel nome degli oggetti per la messa (l’inglese non è ancora ben conosciuto, specialmente per i bambini che frequentano le elementari).
Dopo un’accurata spiegazione, due di loro “volano” in sacrestia per apparire subito dopo, raggianti, reggendo due Re Magi!
Allo sguardo accigliato del sacerdote, sono tornati indietro e sono usciti timidamente, mostrando altre due statue (quelle giuste stavolta) che hanno poi collocato accanto a Maria e Giuseppe.
Il presepio non è molto conosciuto in queste terre: nelle famiglie non ce l’hanno e i bambini lo vedono solo nelle chiese, quindi per loro un personaggio vale l’altro.
Se pensate che le avventure del presepio della cattedrale siano finite, vi sbagliate! A Santo Stefano, infatti, è successo che, sempre alla processione iniziale, all’altare, il Vescovo si è accorto che i due chierichetti che avrebbero dovuto portare le candele non le avevano! Così, si avvicina ad uno di loro e gli sussurra: “Le candele!” (in inglese, candela si scrive CANDLE e si pronuncia CANDOL).
Dopo un attimo di smarrimento e titubanza, due chierichetti corrono in sacrestia ed appaiono festanti con… i due cammelli dei Re Magi (in inglese cammello è CAMEL e si pronuncia CAMOL; potete capire che “candol” e “camol” suonano simili!).
Penso che la gente a Messa sia venuta più volentieri, curiosa di vedere cosa sarebbe successo ancora!
Con queste note di colore vi lascio, augurandovi di scorgere quel pizzico di umorismo che si cela nelle pieghe della vita quotidiana e che rende colorate e vivaci le nostre giornate…
Un abbraccio e alla prossima.
Suor Anna Maria Gervasoni, Missionaria delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Oceania