Repubblica Centrafricana, un Paese cristiano
Dal nostro inviato Sylver Biakao, un articolo sulla Repubblica Centrafricana e la presenza della Chiesa cristiana
Breve presentazione della Repubblica Centrafricana
La Repubblica Centrafricana, nota anche come RCA, è un Paese senza sbocco sul mare con un ambiente naturale ed etnico molto vario.
Ex territorio dell’Africa Equatoriale, con il nome di Oubangui-Chari, è un Paese che copre una superficie di 623.000 km .
In base all’ultimo censimento ufficiale del 2023, si stima una popolazione di 5.742.000 abitanti.
Metà della popolazione del Paese ha meno di venticinque anni.
La Repubblica Centrafricana confina con il Camerun a ovest, il Ciad a nord, il Sudan e il Sudan meridionale a est e la Repubblica Centrafricana a sud.
I suoi confini sono il risultato della divisione coloniale dell’Africa.
Un Paese aperto a una varietà di credenze
Di fronte alla precoce e significativa presenza delle chiese protestanti, per le quali la lettura della Bibbia, tinta di letteralismo e concordismo, ne faceva il testo ufficiale utilizzato per l’evangelizzazione e la liturgia, i missionari cattolici si distinsero nettamente per l’imposizione di infrastrutture sociali ed economiche (scuole, centri sanitari, aziende agricole, piccole industrie, ecc.) come sistema affidabile di evangelizzazione di prossimità.
Il più delle volte ciò avveniva a scapito della fede personale.
Nella Repubblica Centrafricana si praticano diverse religioni. Secondo l’ultimo censimento che risale al 2023, le statistiche possono essere presentate come segue:
- Cristiani 80% (cattolici e protestanti)
- Musulmani 10% (sunniti e malekiti)
- Animista 10%
La Chiesa cattolica in Africa centrale
1. Una Chiesa in evoluzione
L’evangelizzazione dell’Ubangui (Africa centrale) fu guidata dal vescovo Augouard, che fondò la Missione Saint-Paul des Rapides a Bangui nel febbraio 1894, seguita dalla Missione Sainte-Famille des Banziri nel settembre 1894.
Nel 1994, la Chiesa cattolica centrafricana ha celebrato il suo primo centenario. Attualmente, conta nove diocesi, guidate da quattro vescovi indigeni e cinque vescovi di nazionalità straniera.
Inoltre, prima di essere strutturata in arcidiocesi e diocesi, la Repubblica Centrafricana era un territorio di missione.
E’ stata dapprima istituita come prefettura apostolica di Oubangui-Chari l’8 maggio 1909; poi è stata elevata a Vicariato di Oubangui Chari il 2 dicembre 1937, e Vicariato Apostolico di Bangui l’8 maggio 1940, per divenire Metropolita di Bangui il 14 settembre 1955.
Ad oggi esiste una sola arcidiocesi nella RCA.
2. Il primo sacerdote centrafricano
Nato il 9 aprile 1910 a Bobangui, Barthélemy Boganda, originario di Lobaye, è stato il primo sacerdote cattolico a Ubangi (Repubblica Centrafricana) il 27 marzo 1938.
Orfano, ha perso i genitori durante un attacco da parte dei miliziani ed è stato accolto dai missionari cattolici della Congregazione dello Spirito Santo.
Si buttò a capofitto e fu eletto deputato per Oubangui-Chari all’Assemblea francese nel 1946. Fin dal battesimo, l’obiettivo di Boganda era stato quello di difendere gli interessi dei suoi Ubangi, che all’epoca erano considerati dai colonizzatori meno che nulla.
Boganda era il più istruito tra i figli del Paese e godeva di una reputazione molto solida. Infine, sposato con una donna bianca, divenne uguale ai bianchi.
La questione del rapporto tra Boganda e la Chiesa deve tenere conto di tutti questi elementi intrecciati. Boganda stesso ne era ben consapevole.
Morì in un incidente aereo il 29 marzo 1959, poco dopo aver lasciato Berberati.
Al suo funerale, il 3 aprile 1959, padre Féraille, il vicario generale a cui Boganda aveva detto “Lei è uno dei pochi spiritani per cui ho stima”, dichiarò davanti alla cattedrale di Bangui “che prima di diventare il rappresentante eletto del popolo, Boganda era stato il rappresentante eletto di Dio”.
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