Prima di tutto, l’annuncio

In una lettera dal Yaoundé (Camerun) di suor Clara Zanatta, pubblicata su Popoli e Missione, la misericordia di chi si prende “cura del fratello”

A cura di Chiara Pellicci

Da due anni vivo a Yaoundé, in Camerun. Abito con la mia comunità a 11 chilometri dalla capitale, in un quartiere che si sta ingrandendo a “macchia d’olio”.
Siamo una comunità di cinque suore, di cui due studiano all’Università.

La prima missione della nostra congregazione (Istituto delle suore Maestre di Santa Dorotea, ndr) è l’annuncio della Parola di Dio.
Il nostro interesse è prendersi cura del fratello, soprattutto quello che vive situazioni di disagio sia umano, che psicologico e sociale.

Già dal nostro nome si intuisce che ci occupiamo dell’aspetto educativo, nel quale cerchiamo di dare il meglio di noi stesse.

Io, da quest’anno, seguo un gruppo di ragazzi che si preparano a ricevere il sacramento della Confermazione.
Oltre a questo, seguo il progetto del sostegno scolastico per i bambini poveri che non possono pagarsi lo studio; senza dimenticare altri problemi legati alla salute, all’alimentazione, alla mancanza di lavoro dei genitori.

Ci sono bambini che vivono con le loro nonne o zie, perché abbandonati.
A volte si presentano dei veri drammi, che sono più grandi delle nostre possibilità di intervenire.

Seguiamo anche un progetto che si chiama Bibliothèque Luciole e un’altra biblioteca dedicata al nostro fondatore, don Luca Passi, per i bambini del quartiere.

La biblioteca Luciole è a beneficio soprattutto dei ragazzi di strada. Sono due le suore che seguono questo progetto e vi dedicano quattro giorni alla settimana: due giorni stanno nella sede della biblioteca, un giorno vanno in una casa-famiglia per ragazzi di strada e un altro vanno alla stazione ferroviaria dove c’è una casa di accoglienza per ragazzi gestita dai religiosi del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime).

Cosa fanno? Seguono un programma che comprende la proposta di diverse attività come lettura, insegnamenti su vari aspetti e valori della vita, giochi, film, ma soprattutto assicurano ai ragazzi una presenza femminile che ama, ascolta, accompagna, consola.

Tanti non sanno né leggere né scrivere. Molti si sono affezionati alle suore e seguono volentieri quanto viene proposto loro.
Naturalmente la grinta imparata sulla “strada” e la violenza che li accompagna sono sempre con loro. È una bella sfida, ma nell’insieme c’è anche chi, sebbene con difficoltà, riesce a ritornare a vivere nella propria famiglia.

Durante le vacanze estive organizziamo anche qualche attività per i bambini e i giovani del quartiere, aiutate da animatori locali.
La nostra casa offre accoglienza alle persone che desiderano condividere con noi un periodo o che vogliono ritirarsi in preghiera.
Come ci autososteniamo? Un po’ con l’accoglienza e poi con la vendita dei prodotti del campo e del pollaio. Non abbiamo grandi cose, ma cerchiamo di essere autonome, almeno in parte.

Suor Clara Zanatta
(Popoli e Missione, luglio-agosto 2019, pp. 47-48)

Fonte

  • Popoli e Missione

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  • Dario Leoni
SEC 2024-2025
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