Parolin consacra la Chiesa del Battesimo di Gesù in Giordania

Consacrata la Chiesa del Battesimo di Gesù in Giordania. A celebrare il rito il Papa ha inviato il cardinale Parolin

«Il cuore dei responsabili delle nazioni si lasci convincere a cercare la pace e la convivenza tra i popoli. Non sia la violenza a determinare il nostro futuro» dice il 10 gennaio 2025 il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin presiedendo la Messa per la consacrazione della nuova chiesa del Battesimo di Gesù sul Giordano, nel luogo in cui Giovanni Battista battezzò il Figlio di Dio.

Papa Francesco ha appena detto, il giorno prima 9 gennaio 2025, al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede: «La terza guerra mondiale è una minaccia concreta», bisogna scongiurarla a tutti i costi, «dialogando anche con chi è scomodo».

Forte è l’appello di Parolin al «cessate il fuoco», alla liberazione degli ostaggi e al rispetto del diritto umanitario mentre il cardinale patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa invita a pregare «per quanti soffrono per la mancanza di pace».

Nell’omelia – letta in arabo da un lettore – il porporato Parolin sottolinea che la sua presenza, inviato dal Papa, rappresenta «un segno tangibile della vicinanza di tutta la Chiesa alle comunità cristiane del Medio Oriente, una prossimità espressa in molti modi dal Pontefice in questi mesi di guerra e di dolore».

Fa riferimento alla lettera che Bergoglio inviò ai cattolici del Medio Oriente il 7 ottobre 2024, primo anniversario della strage compiuta da Hamas su israeliani inermi: «I cristiani – scriveva il Vescovo di Roma – sono un seme di speranza, un seme piccolo circondato dal buio ma un seme che porta frutto».

Perciò – aggiunge Parolin – «non lasciatevi vincere dalle gravi difficoltà, nella fiducia che Dio governa la storia degli uomini, anche se questa porta i segni della violenza, del peccato e della morte».

Ribadisce l’importanza che «i cristiani possano dare il loro contributo a una società giusta e pacifica». Guarda al di là del Giordano – cioè a Israele e alla Striscia di Gaza – e chiede che «tacciano le armi, si liberino prigionieri e ostaggi, sia garantito il diritto umanitario e il cuore dei responsabili delle nazioni si lasci convincere a cercare la pace e la convivenza tra i popoli».

Il sito del Battesimo di Gesù rappresenta «il luogo più basso della terra nel quale si avverte tutta la sofferenza dei conflitti, della disumanità e del peccato» ma in questo luogo – ricorda il legato pontificio – «si è aperto il cielo e noi invochiamo il dono della pace vera, che nasce nei cuori e si diffonde nel tessuto sociale».

Esorta a «rendere grazie a Dio non solo per la nuova chiesa, ma anche per il suo essersi fatto uomo e essere passato in mezzo a noi in questa Terra Santa».

Ringrazia, anche a nome di Papa Bergoglio, la Casa reale, il re Abdullah II e il governo della Giordania «per la cura» che hanno avuto e hanno per questo sito e per altri posti nel Regno hashemita che testimoniano la presenza di Cristo e della prima Chiesa.

Re Abdullah II è l’unico uomo di pace in una vasta area del Medio Oriente dominata da regimi dittatoriali e guerrafondai, regioni che – ricorda il Pontefice – «sono martoriati da guerre fatte dai potenti».

Ma questo è «un momento di gioia per la Chiesa in Giordania e per tutta la Chiesa universale» rammenta il nunzio apostolico in Giordania, mons. Giovanni Pietro Dal Toso, mentre il patriarca Pizzaballa prega «per tutti coloro che soffrono a causa della mancanza di sicurezza, stabilità e pace, soprattutto in Palestina, Libano e Siria, come in tutte le regioni del mondo».

Il sito archeologico fu identificato negli anni Novanta del XX secolo dall’archeologo francescano Michele Piccirillo; nel viaggio in Terra Santa nel 2009 Benedetto XVI benedisse la prima pietra della «chiesa del Battesimo» al fiume Giordano.

Il luogo si  chiama «Al-Maghtas», letteralmente «l’immersione», dove un tempo sorgeva la «Betania oltre il Giordano» ricordata nei Vangeli e che gli archeologi – tra cui il più noto è Michele Piccirillo – ritengono sia, con grande probabilità, il luogo in cui Gesù fu battezzato da Giovanni Battista.

L’individuazione è attestata dal fatto che in epoca bizantina si costruirono ben tre chiese, come testimoniano i primi pellegrini. Vi sono stati scoperti i gradini di marmo descritti nel VI secolo da Antonino Martire che scendono verso il fiume e dove un tempo i sacerdoti amministravano i battesimi.

La nuova chiesa latina è stata costruita con il contributo di alcuni benefattori, soprattutto giordani, su un terreno affidato dalla famiglia reale alle diverse comunità cristiane locali. Un terreno che fino a metà degli anni Novanta si trovava in una zona minata, essendo adiacente al fiume Giordano che segna il confine tra Giordania e Israele.

La consacrazione della Chiesa coincide con la festa dell’Epifania, intesa come la manifestazione della Trinità durante il battesimo, solennemente celebrata dalle Chiese mediorientali. La chiesa è stata designata come meta di pellegrinaggio per i fedeli che potranno ricevere l’indulgenza plenaria durante il Giubileo della speranza.

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