Papa Francesco scrive il messaggio ai giovani per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù
Papa Francesco esorta i giovani a camminare nella speranza e a vivere il Giubileo non “come turisti ma come pellegrini”
Lo scorso anno il Santo Padre aveva scelto il tema delle Giornate Mondiali della Gioventù del 2024, che saranno celebrate nelle Chiese particolari nella solennità di Cristo Re e che segneranno il cammino di preparazione all’Anno Giubilare del 2025, il cui motto è “Pellegrini della speranza”: “Chi spera nel Signore correrà e non si stancherà” (cfr. Is 40,31).
La XXXIX Giornata Mondiale della Gioventù 2024 si celebrerà il 24 novembre e il 17 settembre il Santo Padre ha inviato un messaggio ai giovani di tutto il mondo, concentrandosi su due dimensioni del pellegrinaggio: camminare e stanchezza.
“La nostra vita è un pellegrinaggio, un viaggio che ci spinge oltre noi stessi, un viaggio alla ricerca della felicità. La vita cristiana, in particolare, è un pellegrinaggio verso Dio, la nostra salvezza e la pienezza di ogni bene….È tuttavia normale che, pur mettendoci in cammino con entusiasmo, prima o poi cominciamo a sentirci stanchi. In alcuni casi, l’ansia e la stanchezza interiore sono causate dalle pressioni sociali, dalla necessità di raggiungere determinati livelli di successo nello studio, nel lavoro e nella vita personale. La soluzione alla stanchezza, stranamente, non è stare fermi e riposare. È mettersi in cammino e diventare pellegrini della speranza. Questo è il mio invito: camminate nella speranza! La speranza supera ogni stanchezza, ogni crisi e ogni preoccupazione. Ci dà un forte stimolo ad andare avanti, perché è un dono ricevuto da Dio stesso. … La speranza è proprio un nuovo tipo di forza che Dio infonde in noi, permettendoci di perseverare nella corsa, di vedere oltre le difficoltà attuali e di avanzare verso la meta della comunione con Lui e della pienezza della vita eterna”.
Nella sua esortazione finale in vista del prossimo Giubileo, il Papa scrive: “Il mio consiglio è questo: non partite come semplici turisti, ma come veri pellegrini… È mio auspicio che questo pellegrinaggio giubilare diventi per ciascuno di noi ‘un momento di incontro autentico e personale con il Signore Gesù, la ‘Porta’ della nostra salvezza” (Spes Non Confundit, 1). Vi incoraggio ad avvicinarvi a questa esperienza con tre atteggiamenti fondamentali. In primo luogo, il ringraziamento, con i cuori aperti a lodare Dio per i suoi molti doni, specialmente il dono della vita. Poi, lo spirito di ricerca, come espressione della sete inestinguibile del nostro cuore di incontrare il Signore. E infine la penitenza, che ci aiuta a guardarci dentro, a riconoscere le strade e le decisioni sbagliate che a volte abbiamo preso e, in questo modo, a convertirci al Signore e alla luce del suo Vangelo”.
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