Papa Francesco ai pellegrini spagnoli: no a religiosi tristi
Il Papa riceve un gruppo di pellegrini spagnoli giunti a Roma al culmine delle celebrazioni per i 450 anni del monastero delle agostiniane di Talavera della Reina e ribadisce la vicinanza a Valencia. Il Pontefice esorta a non perdere il buonumore e ad “avere sempre a cuore i bisogni degli altri”
di Tiziana Campisi – Città del Vaticano
È un caloroso e breve saluto quello che Francesco rivolge ai pellegrini legati al monastero delle agostiniane di Talavera della Reina, in Spagna, accompagnato da una nuova preghiera per la popolazione di Valencia piagata dall’alluvione Dana e dalla raccomandazione a non perdere mai il buonumore e ad “avere sempre nel cuore i bisogni degli altri”, ricordando che ci sono persone prive anche dei beni necessari di base.
Sapete che ci sono persone che non hanno lavoro? E quando qualcuno va a lamentarsi perché ha molto lavoro, pensi a quelli che non lo hanno. Ci sono persone che non possono pagare l’affitto e che vengono sfrattate, e quando uno entra nel convento, nella casa parrocchiale, pensi che “ha tutto ciò gratis”. Quando uno sta nella propria casa parrocchiale, nel proprio convento, e nei giorni di neve e di pioggia sta ben protetto, pensi che ci sono persone che dormono all’aperto, sotto qualsiasi cosa
Servizio e apostolato nascono dall’incontro con Dio
Il Papa ha ricevuto le monache e i pellegrini questa mattina, 7 novembre, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. Canti alla chitarra hanno accolto l’ingresso del Pontefice. “Me alegra encontrarlos” dice lui nella sua lingua madre.
Il gruppo di fedeli è giunto a Roma al culmine delle celebrazioni per i 450 anni della comunità monastica, che, dalla sua fondazione, “ha unito la vita contemplativa al servizio dell’educazione cristiana”. Proprio per questo molti sono entrati in contatto con le monache fin dai tempi della scuola, osserva il Papa, che evidenzia quanto importante sia per i cristiani avere come punto di riferimento Dio.
In questo anno dedicato alla preghiera, mi sembra un esempio significativo di come il nostro servizio e il nostro apostolato, lungi dall’impedirci l’incontro con il Signore, debbano nascere da Lui
Maestre nell’arte della preghiera
Francesco raccomanda, poi, di portare alle religiose agostiniane la sua benedizione con la richiesta “che siano sempre esempio di vita interiore, maestre nell’arte della preghiera” e questo “affinché dalla scuola, tra tutti i saperi che si possono trasmettere ai bambini, si evidenzi la capacità di parlare con Dio, di ascoltarlo, di sentirlo presente in tutti i momenti della vita e di accogliere con docilità le sue ispirazioni”.
La vicinanza alla Spagna
Distaccandosi dal testo scritto e ricordando la provenienza del gruppo dalla Spagna, il Papa menziona il dramma che ha colpito la provincia di Valencia con l’alluvione Dana che ha provocato quasi 220 morti e numerosi dispersi. “Voi venite dalla Spagna. In questi giorni sono molto vicino alla Spagna per la tragedia di Valencia”, dice il Pontefice.
E ricorda l’immagine della Virgen de los Desamparados, patrona di Valencia, esposta ieri sul palco dell’udienza generale del mercoledì, dinanzi alla quale ha pregato per qualche istante. “Stanno soffrendo tanto lì, tanto. E ora sembra che anche Barcellona stia avendo un po’ di problemi, ma ora sanno un po’ come affrontarli, stanno agendo, li stanno contenendo”, afferma Francesco. Da qui il consiglio di guardare sempre a chi è nel bisogno, senza lamentele e grati per quello che si possiede.
Mai perdere il senso dell’umorismo
Sulla stessa scia, Papa Francesco esorta a “non perdere la gioia, non perdere il senso dell’umorismo”, perché “quando un cristiano, ancora di più una religiosa, un religioso, perde il senso dell’umorismo, s’inacidisce” ed “è tanto triste vedere un prete, un religioso, una monaca, inacidito”. “Sono conservanti nell’aceto”, afferma il Papa, suscitando le risate dei presenti. “Bisogna avere sempre il sorriso e il buonumore”. E a tal proposito, come già di recente alla comunità accademica della Gregoriana, invita a “recitare ogni giorno una preghiera molto bella di San Tommaso Moro per chiedere il senso dell’umorismo”, che mantiene “freschi nel servizio a Dio”.
Ripeto: un santo triste è un triste santo. La santità è sempre gioiosa, dalle espressioni di buon umore di san Filippo Neri alle espressioni di un buonumore più cauto, che è il sorriso. Abbiate il sorriso che non finge, quello che viene dal cuore che è sempre pieno
La preghiera di San Tommaso Moro
Il Papa legge allora integralmente la preghiera di San Tommaso Moro: “Mi piacerebbe che imparaste a recitarla ogni giorno”
“Dammi o Signore, una buona digestione ed anche qualcosa da digerire. Dammi la salute del corpo, col buonumore necessario per mantenerla. Dammi o Signore, un’anima santa, che faccia tesoro di quello che è buono e puro, affinché non si spaventi del peccato, ma trovi alla Tua presenza la via per rimettere di nuovo le cose a posto. Dammi un’anima che non conosca la noia… i brontolamenti, i sospiri e i lamenti, e non permettere che io mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo invadente che si chiama “io”. Dammi, o Signore, il senso dell’umorismo, concedimi la grazia di comprendere uno scherzo, affinché conosca nella vita un po’ di gioia e possa farne parte anche ad altri. Così sia”.
La comunità monastica di Talavera
Il convento delle monache di Talavera de la Reina è stato fondato il 9 maggio 1573 da Sant’Alonso de Orozco, frate dell’Ordine di Sant’Agostino. Qui la sorella Francisca, donna pia e dedita alle opere di carità, rimasta vedova, volle condurre una vita di totale dedizione a Dio nella meditazione e nella preghiera. Fin dai primi anni della fondazione furono ammessi nel chiostro ragazze e ragazzi che venivano educati secondo i costumi del tempo, c’era chi poi abbracciava la vita religiosa e chi, invece, si preparava al matrimonio. La comunità monastica ha sviluppato l’apostolato dell’educazione mantenendo un’intensa vita contemplativa. Oggi, attraverso il lavoro educativo nel Collegio dei Sacri Cuori e la pastorale nei gruppi Amici di Agustín (bambini), Cor Unum (adolescenti e giovani), Santa Mónica (famiglie) e Comunità di Madri Cristiane Santa Mónica (genitori), le monache si propongono l’accompagnamento nella ricerca della Verità, di camminare in un’autentica fraternità evangelica e di contribuire con la loro vita all’edificazione della civiltà dell’Amore.