Migrantes, Rapporto 2024 | Sempre più a rischio il diritto d’asilo

Con l’attuale politica dell’Unione Europea e degli Stati Uniti d’America, per i migranti tramonta il «diritto d’asilo»

Lo dimostra l’ottavo rapporto «Il diritto d’asilo 2024. Popoli in cammino senza diritto d’asilo» della Fondazione Migrantes della Cei

A livello globale, le persone in fuga nel mondo hanno superato quota 122 milioni a causa di guerre e carestie, emergenza climatica e siccità, emergenze che si allargano di anno in anno. In Medio Oriente la guerra tra Hamas e Israele si è estesa con il coinvolgimento della Cisgiordania, dell’Iran e del Libano: «Le armi sono le uniche a parlare tra Ucraina e Russia, mentre anche situazioni estreme legate al cambiamento climatico contribuiscono a far crescere il numero delle persone costrette ad abbandonare la propria casa e la propria terra per un tempo sempre più lungo».

Non sono invece altrettanto celeri «le nostre risposte alle cause profonde di queste migrazioni forzate, e troppo poche le autorità di governo e le istituzioni che, con serietà e autorevolezza, perseguono obiettivi di pace e giustizia, mentre prosegue una folle corsa agli armamenti».

Poco prima della chiusura della scorsa legislatura europea, per le elezioni del giugno 2024, il Parlamento di Strasburgo ha approvato il «nuovo Patto europeo sulla migrazione e l’asilo», un compromesso decisamente al ribasso con un «ulteriore impoverimento dei diritti di richiedenti asilo e rifugiati».

Da anni poi si portano avanti politiche europee e nazionali – quelle del governo di destra di Giorgia Meloni ne è una prova lampante – per limitare l’accesso al continente e ai singoli Paesi attraverso pratiche sempre più estese e discutibili di esternalizzazione: ne sono un esempio gli accordi con la Turchia, la Libia, la Tunisia, il Niger, e ora l’Albania, accordo scellerato, giustamente bloccato dalla magistratura.

Nonostante la dichiarazione solenne sul diritto d’asilo come «inviolabile»,
le recenti riforme limitano l’accesso a tale diritto.

In particolare «l’introduzione di procedure accelerate e di restrizioni per chi richiede asilo alle frontiere esterne dell’UE accentua il ricorso alla detenzione in aree di transito; e riduce l’efficacia del ricorso legale contro il respingimento.

Inoltre, si introduce la finzione giuridica del “non ingresso”, che considera alcuni richiedenti asilo come non presenti sul territorio, permettendo l’adozione di misure restrittive e respingimenti immediati. Lo scopo è limitare l’accesso e i diritti dei richiedenti asilo e rifugiati».

Nonostante il divieto di trattenimento per i «Minori stranieri non accompagnati» (Msna) previsto dalla legge italiana, molti minori sono trattenuti in centri inadeguati – luoghi in cui c’è la connessione a Internet (hotspot) e centri governativi di accoglienza – e questi ragazzi di fatto dietro le sbarre sono in condizioni critiche e promiscue con adulti: «Questi centri non garantiscono un’adeguata tutela legale, né la possibilità di chiedere asilo o permessi di soggiorno, lasciando i minori in uno stato di isolamento e incertezza».

La legge 176 del 2023 – voluta da Matteo Salvini e altri – ha legalizzato il collocamento dei Msna sopra i 16 anni in strutture per adulti, una misura che contrasta con il superiore interesse del minore sancito dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia (1989).

Le ripetute violazioni dei diritti fondamentali sono state confermate da sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha condannato l’Italia per trattamenti inumani e degradanti nei confronti di minori collocati proprio in strutture per adulti. Nonostante le condanne, tuttavia, le prassi non sono state modificate e la gestione emergenziale continua a prevalere.

«Un vero peccato perché in generale – conclude Migrantes – le normative che riguardano i minori nel nostro Paese sono tra le più avanzate in Europa» ed è merito dei governi di centrosinistra, non certamente dei governi di destra.

Un capitolo del rapporto è dedicato alle suore. Come mai?
Mette in evidenza come in Italia «l’esperienza della “frontiera”
venga interpretata in modo vario e poliedrico dalle religiose.

Le loro comunità, dalla Sicilia alla Lombardia, sono esposte a situazioni difficili,
fornendo assistenza umanitaria a migranti che affrontano povertà, violenze e vulnerabilità sociali.

Operano spesso in collaborazione con Enti locali, associazioni laiche e strutture sanitarie,
ma si scontrano con risorse insufficienti e politic
costruiscono percorsi di riscatto in particolare a favore delle donne vittime di tratta».

Un esempio a Torino viene dal Famulato cristiano fondato nel 1922 dal venerabile Adolfo Barberis che da decenni accoglie e integra donne immigrate, specie dal Sud-America.

Il rapporto mette in risalto un’ampia varietà di risposte ed esperienze, dai dormitori per migranti in transito alle strutture educative per donne e bambini: «Le religiose sono animate da un carisma che intreccia fede e giustizia sociale e cerca di superare le divisioni culturali e religiose. Mentre la loro testimonianza, vero esempio di resistenza solidale, sottolinea tutto il disagio delle “frontiere” e la necessità di politiche più inclusive. Le suore affermano l’importanza di interventi pubblici per una migliore gestione delle migrazioni, sottolineando che solo attraverso un coinvolgimento attivo di tutte le istituzioni sarà possibile costruire una società più giusta e accogliente».

Il rapporto di Migrantes si limita, ovviamente, all’Italia. Ma la situazione mondiale è decisamente peggiorata da quando lo «sceriffo di Washington» è stato improvvidamente insediato alla Casa Bianca e ha potuto attuare la sua criminale politica – sostenuto da loschi figuri come James David Vance ed Elon Musk – della quale sono una fotografica dimostrazione i migranti incatenati e trascinati sull’aereo per essere riportati nei loro Paesi.

Fonte e immagine

SEC 2024-2025