Lo spettacolo su san Francesco di Giovanni Scifoni

Prosegue il tour teatrale dell’attore Giovanni Scifoni, con lo spettacolo “Fra’. San Francesco, la superstar del Medioevo”

C’era, nel tredicesimo secolo, Francesco. In bilico tra la vita agiata e quella militare, pieno di dubbi e poi di certezze. Vestito con un saio, nonostante il padre fosse un mercante di stoffe. Un folle, un santo, un poeta. Un uomo semplice che ha saputo rompere gli schemi pur partendo dal contrario, passando attraverso le contraddizioni, il dubbio, la crisi.

Una storia da Medioevo, eppure così attuale e viva nella memoria di ciascuno, tanto potente è stata la scelta, e coraggiosa, e controcorrente.

Sarà per questo che, 800 anni dopo il Presepe di Greccio, l’attore e drammaturgo romano Giovanni Scifoni scrive e interpreta uno spettacolo su di lui, con la regia di Francesco Brandi.
Un monologo dal titolo “Fra’. San Francesco, la superstar del Medioevo”,
accompagnato da laudi medievali e strumenti antichi, in tour in diverse parti d’Italia dal 2023.

Anche lui, a modo suo, ha in sé un seme di pazzia. Proporre un santo a teatro nel terzo millennio? Parlare di povertà? Fare cenno a “Sora nostra morte corporale”? Rischiare di ripetersi poiché in tanti, prima di lui, hanno presentato la figura del santo patrono d’Italia, di cui perfino il Papa si è preso il nome?

È ciò che si è chiesto anche Scifoni, prima di lanciarsi in questa avventura.

Ma, tappa dopo tappa, lui fa questo e anche di più.
Riesce a far ridere senza essere dissacrante.
Incastra lo spettatore con temi da cui nullu homo vivente pò scappare.
Ci fa sentire questo santo ancora più vicino, perfino uno di noi.

Come dice lui stesso, “sono stati scritti decine di migliaia di testi” sul Santo di Assisi. Cosa può dare il suo spettacolo? Cosa può portare di nuovo, senza cadere nella retorica e nella banalità?

Accompagnato dai tre musicisti Luciano di Giandomenico, Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli, l’attore usa il palcoscenico per fare e farsi domande: «Francesco non era solo un santo: era un artista. Un visionario capace di radunare folle senza microfoni, che usava la parola come un attore e il corpo come un giullare. Le sue prediche erano vere e proprie performance, il suo linguaggio era rivoluzionario».

La santità non è una cosa semplice da spiegare, né un percorso lineare per chi la pratica e vi aspira.
Sono, quindi, quegli alti e bassi la chiave. La tentazione dell’ego e l’umiltà.
Tra i due poli, l’umanità, che Giovanni Scifoni ha voluto e saputo cogliere e rilanciare.

Prossime date

27 marzo, Lecce -Teatro Apollo

28 marzo, Brindisi – Nuovo Teatro Verdi

Tutte le date del tour qui

Fonte e immagine

SEC 2024-2025
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