Libri per bambini (e non solo) | “Amahoro e sarà di nuovo pace”
Un libro per parlare ai bambini di Pace, e per imparare con loro che la pace si fa. Un progetto per una “casa della speranza” in Burundi
di Francesco Semeraro
“Mi raccontò questa storia un vecchio pescatore burundese…” – è la frase stampata nella quarta di copertina del racconto “Amahoro e sarà di nuovo pace”. Attrae molti lettori, soprattutto i bambini, i quali spesso mi chiedono incuriositi se davvero sia andata così come è scritto. Ed io rispondo loro così.
Durante il mio primo viaggio in Burundi, i miei sensi erano super-attivi. Mi succede sempre quando sono in viaggio. Mi piaceva scambiare sorrisi con la gente e fare domande per soddisfare le mie curiosità, nonostante non conoscessi la lingua. Ho sentito i battiti dei cuori di quelle persone ed ho messo nella scatola dei ricordi i sorrisi dei bambini che incontrato ovunque. Ho memorizzato il canto della natura rigogliosa e non ho perso neanche un sussurro del vento leggero, che la sera spira dal lago verso la terra.
Tutto è diventato racconto grazie a mia figlia Chancelline – nata in Burundi – la quale
mi ha consentito di diventare figlio adottivo
di questa terra delle mille colline, dove scorre latte e miele.
Così, il vecchio pescatore mi ha raccontato delle terre bagnate dal Lago Tanganika e delle alture di Kasumo, dove sgorgano i primi vagiti del fiume Nilo, la sua sorgente. Tutta la meraviglia di cui ho goduto era certamente l’opera di un dio saggio, Amazi – padre di tutte le acque – quelle del cielo e quelle della terra. Egli aveva due figli, Ama e Horo che erano la sua pace, e la pace regnava nel mondo.
In Burundi, quando le persone si incontrano, per salutarsi utilizzano la parola “amahoro” che nella loro lingua, il kirundi, significa “pace”. Insomma, il saluto è un augurio di armonia e serve anche per dichiarare: “vengo in pace”.
Quindi, mi sono detto: se Ama e Horo restano uniti, regna la pace. Purtroppo, capita che l’orgoglio si metta in mezzo a due fratelli, spezzando la pace e spargendo odio fin nel cuore degli uomini. Scoppia così una guerra fra la tribù che abita in riva al lago e quella che vive sulle alture.
Il racconto si ispira al conflitto – purtroppo culminato nel genocidio del 1994 – fra Hutu e Tutsi (le due etnie più numerose che abitano il Burundi e il vicino Ruanda).
L’ostilità che si trascina fino ai giorni nostri è un sentimento di odio innestato dai colonizzatori europei di fine Ottocento; come un’erba infestante, si è radicato sull’orgoglio, un’eredità malevola che si tramanda di padre in figlio. Questo succede quando si tende a mettere in evidenza le differenze, piuttosto che valorizzare la bellezza ed i valori di ciascuno.
Nel racconto, fanno la comparsa altri due personaggi, dei quali ho fatto conoscenza esplorando la foce del fiume Rusizi, nel punto in cui si tuffa nell’immensità del Lago Tanganika.
Si tratta di due animali, entrambi molto aggressivi per natura e ragioni diverse; abitano – non pacificamente – le stesse acque, spartendosi le ore del giorno: l’ippopotamo come imponente dominatore alla luce del sole ed il coccodrillo come subdolo predatore notturno.
Entrambi hanno voluto prendere parte alla storia. E come avrei potuto contrariarli, considerata la loro insistenza e i loro modi? Non ho potuto fare a meno di metterli al centro della vicenda, fino a farli diventare protagonisti.
I due personaggi sono gli artefici del proprio futuro e del finale del racconto, che sorprende e affascina soprattutto i giovani lettori.
La narrazione, nello stile dei miti dei popoli, è stata sublimata dalla matita dell’amico Saverio Penati, esperto illustratore per ragazzi, che ha dato alla storia forma e colori.
In questi anni, Amahoro ha varcato anche i portoni delle scuole primarie e secondarie di primo grado,
tramite un progetto di educazione interculturale e alla pace,
integrato nei piani dell’offerta formativa specifici degli Istituti,
che sono disponibili in maniera gratuita ai dirigenti, agli insegnanti o a chi ne fosse interessato.
Gli alunni, con dinamiche e laboratori interattivi, hanno scoperto come la pacificazione sia possibile superando individualismi e chiusure e, anche se il conflitto a volte sembra inevitabile, la determinata convinzione attuata per superare i personalismi può fare miracoli.
Il ricavato del libro è tornato in Burundi – grazie all’iniziativa dell’Associazione 4inzu OdV – per finanziare la costruzione di una casa di speranza “Nice Hope House” dove i bambini in orfani e in difficoltà
trovano braccia accoglienti in attesa di un incontro che possa raccontare altre storie come questa.
L’esperienza maturata in questi anni mi insegna che ci può essere ancora una speranza, con l’esempio dei più giovani, perché magari grazie a loro sarà Amahoro, sarà di nuovo pace!
Francesco Semeraro
Fonte e immagini
- spazio + spadoni
- www.4inzu.it
- Francesco Semeraro