“Lettere sotto l’albero” | 10
La “lettera sotto l’albero” di oggi arriva dal Bangladesh. Scritta da padre Giovanni Gargano, missionario saveriano
Caro Mondo,
non so cosa dirti, ma sono certo che ho tante cose da condividere.
Quante volte, mi sono arrabbiato con te dicendo: ma in che mondo viviamo?
Eppure, questa rabbia mi spingeva sempre di più ad amarti e a dare il meglio di me stesso per far emergere la bellezza e la gioia del tuo volto.
Tante volte, mi è stato difficile cogliere la positività della tua persona, facendo emergere quella negatività distruttiva invece di una positività costruttiva.
In alcuni momenti, le parole usate sono state molto taglienti nel parlare e giudicare persone vicine e lontane.
In tante occasioni, alzare la voce ha scatenato dentro di te tanta sofferenza e dolore.
Non sono stato in grado di ascoltare il tuo grido di disperazione e di aiuto.
Il mio sguardo non incrociava più il tuo volto, non avevo il coraggio di guardarti negli occhi.
Eri diventato uno sconosciuto senza volto, un fastidio opprimente, un ostacolo al mio cammino.
Eppure, nonostante i miei sbagli, io ti cerco ancora nella luce del giorno e nel buio della notte. Ti vorrei gridare la mia sofferenza per dirti: PERDONO!!!
Ritorniamo insieme a camminare e a ricreare con te quell’arcobaleno che unisce e dona armonia.
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