Le Sorelle di Santa Gemma si preparano a celebrare il Giubileo della Missione in Costa D’Avorio
Perchè la missione in Costa D’Avorio?
Nel 1996, durante la guerra nella Repubblica Democratica del Congo, tutte le nostre suore che si trovavano in missione lì, furono evacuate dal Paese ed arrivarono in Italia come rifugiate, accolte dalle comunità italiane.
Nell’attesa che fosse possibile rientrare in Congo, la Congregazione maturò una nuova possibilità: ovvero quella di aprire una nuova missione in un altro Paese francofono. Tra le proposte ci furono il Camerun e la Costa D’Avorio.
Furono inviate due suore ad esplorare il territorio della Costa D’Avorio e raccolti i primi contatti sul luogo, ritennero quello un posto “giusto” per aprire una nuova missione delle Sorelle di Santa Gemma. Era un Paese senza guerra e il clima era favorevole.
La nostra Fondatrice, Madre Gemma Eufemia Giannini diceva: “Come gli apostoli dobbiamo abbracciare tutta la terra, dove ci sono anime da portare a Gesù…”.
L’11 novembre 1999 suor Bernadette, suor Lucia e suor Veronique arrivarono in Costa D’Avorio accolte e ospitate per un mese dai Padri della Consolata con il cui Superiore erano stati presi accordi precedentemente.
Ovviamente la decisione dell’apertura di una nuova comunità era stata presa in sinergia anche con il Vescovo di San Pedro, Mons. Baltelemì Djablà che aveva espressamente fatto richiesta di alcune suore per supportare una nuova parrocchia nella sua Diocesi, in particolare creando una scuola materna in un territorio tanto impervio come quello della foresta di Sago.
Quando le suore si stabilirono nella loro casa indipendente e iniziarono la vita comunitaria, si chiesero cosa fare visto che sul territorio non c’erano né chiese, né cristiani: la maggioranza della gente era infatti musulmana. Ogni sorella presa dallo smarrimento pregava e piangeva continuando a chiedersi come avrebbero fatto a procurarsi il cibo in piena foresta: non c’era il mercato, nessuno commerciava carne o pane. La forma di scambio più utilizzata era il baratto. La gente viveva di sola agricoltura.
Il mercato più vicino si trovava nella città di San Pedro a quasi 120 km di distanza, le suore non avevano la macchina ma soprattutto sul luogo non c’erano le strade: un vero disastro! A lungo le sorelle si nutrirono solo di banane e melanzane per colazione, pranzo e cena.
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Trascorsa qualche settimana, suor Bernadette, in accordo con suor Veronique, decise di mettere a frutto i suoi studi da infermiera e di cercare un lavoro che potesse dare da vivere alle sorelle. Fu così che si recò nel Centro Sanitario più vicino, una struttura statale e dopo un periodo di stage, superato brillantemente volto ad abilitare il suo titolo di studio che era stato conseguito in Congo, iniziò a svolgere la professione.
Nello stesso tempo suor Veronique iniziò a dedicarsi all’attività educativa, di animazione e alla catechesi incontrando i bambini il sabato per prepararli in circa due anni a ricevere il Battesimo.
Ogni mercoledì le due sorelle visitavano le case del villaggio per un primo annuncio di evangelizzazione e questo consentì di aprire un dialogo con gli abitanti e un rapporto di fiducia.
Nel 2000 anche suor Maria Pia fu inviata a Sago per rafforzare la comunità in missione. Lì vi era una sola chiesa tradizionale per gli autoctoni (godié), ma non vi erano cristiani a parte una piccola comunità burkinabè che abitava in accampamenti lontani dal villaggio. Grazie all’intenso lavoro di evangelizzazione, furono proprio i godié a chiedere di essere battezzati e successivamente a chiedere di sposarsi in Chiesa.
Chi semina largamente, largamente raccoglierà
Inizialmente durante le celebrazioni liturgiche un uomo musulmano si recava in Chiesa per leggere le Sacre Scritture in quanto era l’unico nel villaggio a saper leggere e scrivere. Da qui, la necessità di offrire un percorso di scolarizzazione rivolto ai bambini.
Un bisogno urgente, colto dalla Congregazione delle Sorelle di Santa Gemma che si attivò per dare avvio ad una scuola materna.
Una grande sfida quella di far comprendere l’importanza dell’istruzione. Gli adulti infatti preferivano che i loro bambini iniziassero fin da piccoli il lavoro nei campi. Molti non avevano la possibilità economica per sostenere le spese scolastiche.
La missione di Sago è cresciuta con gli anni e il territorio si è sviluppato a livello edilizio. Ad oggi la scuola materna accoglie decine di bambini ed è stato attivato anche un pensionato per le ragazze che da lontano vengono a Sago per studiare.
Le suore gestiscono inoltre un dispensario. Al loro arrivo, l’ospedale statale era molto lontano e la popolazione, essendo molto povera non poteva certo affrontare i costi del viaggio per raggiungerlo la struttura in caso di necessità. Ciò portava a ricorrere alla medicina tradizionale con la conseguenza di un’alta mortalità.
Fu proprio per questa ragione che la Congregazione decise di aprire un dispensario, tutt’oggi in funzione seppur con la grande difficoltà per i casi più gravi di raggiungerlo mancando un mezzo per il trasporto degli ammalati.
Dal 2021 la nostra comunità di Sago è impegnata nel progetto HIC SUM di spazio + spadoni grazie al quale ha potuto dare avvio ad un piccolo ma redditizio allevamento di polli, un’impresa sociale di cui si occupano direttamente le sorelle presenti sul luogo. Inoltre un nutrito gruppo di volontari accompagnati dalle suore si dedicano alla diffusione delle opere di misericordia.
Ci stiamo preparando a celebrare i 25 anni della nostra presenza a Sago ed è bello vedere l’entusiasmo e il coinvolgimento di tutti gli abitanti, cristiani, musulmani o di altra religione che ci riconoscono come coloro che hanno dato vita alla Città di Sago.
“Ecco quanto è bello, ecco quanto è soave che i fratelli vivano insieme”.
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