L’Africa ci cambia la vita
Intervista a Donata Frigerio, consacrata Ordo Virginum, fidei donum della diocesi di Reggio Emilia rientrata dal Congo
Succede, nella vita di qualcuno, che un giorno arrivi inaspettatamente una domanda e, di colpo, anche la risposta.Così è stato per Donata Frigerio, classe 1962, consacrata
dell’Ordo Virginum, originaria di Como e fidei donum della diocesi di Reggio Emilia a Bukavu, che nel 1985 ha iniziato il suo andirivieni dall’Africa.
«Ero al mio II anno di università; studiavo Veterinaria e, poiché pensavo di voler lavorare con gli animali selvatici, andai in Congo per 20 giorni, senza neppure sapere dov’era»,ricorda Donata che, per la legge del contrappasso, si dedica da sempre a promuoverne la conoscenza.
In quella zona, operava p. Giovanni Piumatti.
«Cosa pensi di questa esperienza?, mi chiese. Io scoppiai a piangere e, in quel momento, decisi che la mia vita sarebbe stata per l’Africa».
Dopo la laurea ed alcune esperienze lavorative nell’ambito del commercio equo e della comunicazione, si è spesa per i suoi fratelli del Sud Kivu.
Anche quando a distanza, rientrando periodicamente in Italia, ha girato tra scuole e parrocchie per denunciare lo sfruttamento minerario e quella guerra a bassa intensità che continua a logorare la popolazione.
Anche quando continua a raccontare «la resilienza e la gioia di un continente che, malgrado tutto, è capace di sperare».
Il 2021 è stato per lei l’anno della sosta a Bukavu: voleva «restare lì e condividere la loro quotidianità», così fino a gennaio 2022 ha lavorato in una struttura che accoglie bambine accusate di stregoneria, «capri espiatori che noi accompagniamo alla comprensione delle difficoltà delle loro famiglie e al
perdono».
E lo ha fatto da «fidei donum». Avrebbe potuto, infatti, appoggiarsi ai suoi innumerevoli contatti, ma in pieno lockdown ha chiesto al Vescovo di Reggio Emilia di essere «inviata».
«Perché, nel mio percorso di fede, era importante che la mia Chiesa mi mandasse. Sentivo non solo la responsabilità di portare con me il Vangelo, ma anche l’appartenenza. Ero lì in rappresentanza di qualcosa di più grande che mi seguiva da casa».
Adesso, resta solo da chiarire quale sia la sua casa. Se quella della famiglia dove vive attualmente in comunità a Reggio Emilia o il Congo dove intende tornare…
E, poi, una domanda: Che tipo di cristiani siamo?
Chissà, la risposta potrebbe cambiare la vita anche a noi…
(PeM, luglio/agosto/22)
Fonte
- Popoli e Missione
Immagine
- P. Giovanni Piumatti