La speranza si costruisce con la politica dei piccoli passi

Dalla Costa d’Avorio, p. Stefano Camerlengo, missionario della Consolata e già Superiore generale dell’Istituto, ci racconta due esperienze di questa settimana

La prima riguarda la catechesi intensiva, con gli adulti che si preparano per il Battesimo che avrà luogo durante la notte di Pasqua

La seconda è la campagna di vaccinazioni nei villaggi più distanti dal Centro sanitario della Consolata

(di padre Stefano Camerlengo)

Da diversi anni, per favorire le persone più lontane e con più difficoltà, noi missionari organizziamo due volte all’anno una catechesi che chiamiamo intensiva, in quanto dura tutta una settimana, da lunedì sera a sabato a mezzogiorno.

I catecumeni dei diversi villaggi arrivano alla Parrocchia con due chili di riso a testa e un piccolo contributo finanziario di circa 10 euro. Per tutta la settimana vivono insieme, pregano insieme e studiano il catechismo insieme, mentre alcuni cristiani, già battezzati si rendono disponibili per preparare loro da mangiare.

È un’esperienza veramente importante e coinvolgente che fa capire – prima ancora delle parole – come dovrebbe essere la nostra vita comunitaria da cristiani, come dobbiamo costruire la Chiesa-famiglia.

La sinodalità, infatti, non è solo una parola per iniziati, ma deve essere frutto di un discernimento che coinvolge ciascuno di noi, perché tutti si sentano parte di un cammino, costruttori di una storia comune, protagonisti di un cammino tracciato, vissuto e percorso insieme!

C’è anche un’altra attività significativa che in questi giorni si sta svolgendo in diocesi e che vorrei segnalare:

I nostri operatori medici e infermieri si sono recati in un villaggio per vaccinare i bambini. Questo è un segno dell’attenzione e della cura dei più piccoli, per aiutarli a crescere bene ed organizzare con loro un futuro migliore.

Il nostro centro di salute è situato in una zona molto periferica di un territorio già di per sé lontano ed abbandonato.

Gli stessi abitanti della Costa d’Avorio non sanno esattamente dove si situa la nostra missione di Dianra, a testimonianza che è “lontana”, in tutti i sensi.

Noi tenendo conto delle nostre possibilità, cerchiamo di dare priorità a questi interventi che sono sì impegnativi ma “portano la salute dalla gente” piuttosto che far muovere la gente nei centri di salute. Per cui, diverse volte al mese, il gruppo infermieristico e il medico si spostano all’interno per dedicarsi soprattutto ai bambini e ai più anziani.

Queste due iniziative, che continueranno per tutta la settimana, ci confermano che la speranza non è una parola per riempire i libri, ma è una realtà che si costruisce goccia dopo goccia, nel quotidiano, con piccoli passi significativi.

Fonte e immagini

SEC 2024-2025
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