La Parola ogni giorno: 8-14 Settembre 2024

Commento alle Letture del giorno di Padre Giordano Favillini

Domenica 8/09

Marco 7, 33

Gli portarono un sordomuto, lo prese in disparte, gli pose le dita nelle orecchie con la saliva, gli toccò la lingua. Guardando verso il cielo, emise un sospiro e gli disse “E Fatah”, cioè apriti. L’uomo è fatto per lodare Dio, per proclamare con la parola e la vita, l’amore. Ma il peccato chiude, blocca. Gesù apre, libera l’amore e permette all’uomo di realizzare pienamente la sua identità di figlio e custode della creazione.

Lunedì 9/09

Luca 6, 8-10B

Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: “Alzati e mettiti qui in mezzo. Tendi la tua mano”. Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Vivere una relazione di fede con Gesù ristabilisce sempre l’ordine nell’esistenza umana, ciò che è deviato, ferito, ammalato, offeso, trova guarigione e la sua vera identità.

Martedì 10/09

Luca 6, 12

In quei giorni Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. La preghiera è dialogo con Dio. Il silenzio e la solitudine sono essenziali per ascoltare cosa il Signore ci dice nel profondo del cuore. E nel cuore esprimere ciò di cui abbiamo bisogno. La preghiera è questione di cuore.

Mercoledì 11/09

Luca 6, 26

Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo, infatti, agivano i loro padri con i falsi profeti. Non turbiamoci di fronte alle critiche, a chi ci contesta per la fede professata o per la testimonianza che cerchiamo di dare al bene. Le buone opere e la proclamazione della verità del Vangelo suscitano sempre avversione in chi non si sente coerente con esse.

Giovedì 12/09

Luca 6, 37

Non giudicate e non sarete giudicati. Non condannate e non sarete condannati. Perdonate e sarete perdonati. Dio non ci giudica, ma sarà la vita che abbiamo vissuto che ci giudicherà. Le nostre azioni saranno il nostro giudice. Ma più misericordioso della nostra coscienza e di noi stessi è sempre Dio.

Venerdì 13/09

Luca 6, 41

Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? È facile guardare i difetti altrui, perché così non vediamo i nostri e attaccare il prossimo è un modo per nascondere a noi stessi i nostri vizi e le nostre deviazioni. Gli accusatori sono coloro che maggiormente commettono i mali, che imputano agli altri.

Sabato 14/09

Giovanni 3, 14-15

E come Mosè Innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’Uomo perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna. La crocifissione di Gesù è un innalzamento del dolore, della sofferenza morale, della morte. Anche se restano realtà negative, acquistano un senso. Sono redente da Gesù e diventano mezzo di santificazione e ci immettono nella vita eterna.

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