La Giornata mondiale del velo islamico

Il primo febbraio, ricorre la Giornata mondiale del velo islamico, tra consensi e proteste. Importante aprire il dibattito

Si chiama “World Hijab Day” ed è la Giornata mondiale del velo islamico, lanciata nel 2013 dall’attivista bangladese Nazma Khan.

Lo scopo è quello di abbattere alcuni stereotipi su questo capo di abbigliamento così controverso, invitando tutte le donne, anche non musulmane, a indossarlo per un giorno.

Lo hijab deve essere una scelta, non un obbligo; d’altra parte, non deve neppure diventare motivo di odio e di insulti, come invece spesso succede. La stessa promotrice della Giornata ha raccontato in molte interviste che crescendo nel Bronx, a New York, ha subito molte discriminazioni. «Alle scuole medie, o ero Batman o ero un ninja. Quando rientrai a scuola dopo l’11 settembre 2001, mi chiamavano Osama bin Laden oppure terrorista».

Sono più di 150 i Paesi che aderiscono a questa Giornata e numerosi sono gli eventi volti a sensibilizzare l’opinione pubblica, per far comprendere che il velo è espressione non solo della libertà religiosa, ma anche della propria identità culturale.  Per esempio, al summit Internazionale Donne e Giustizia, che si è svolto nel 2022 in Turchia, Nazma Khan è intervenuta sulla discriminazione che tocca le donne musulmane che indossano l’hijab in pubblico e nel mondo del lavoro.

Sul versante opposto, ci sono donne e interi movimenti che osteggiano questa Giornata, come le iraniane che in segno di protesta per l’uccisione di Mahsa Zhina Amini, hanno bruciato l’hijab pubblicamente in piazza.

Diverse interpretazioni e visioni, quindi, ma la Giornata mondiale del velo islamico può contribuire certamente al confronto e alla riflessione. E se hijab significa “rendere invisibile, celare allo sguardo”, è importante fare luce su un tema che riguarda tantissime donne nel mondo, nel rispetto di ciò che è diverso e nell’interesse di tutelare la libertà in ogni caso.

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SEC 2024-2025