La cura è incontrare

Il Direttore Responsabile e la Direttrice Editoriale, in un articolo di “Laborcare Journal”, parlano dell’incontro

di Gianluca Favero e Mariella Orsi

 

“Scrivere, per me, è vita intellettuale 
e anche esperienza spirituale…
mi consente di approfondire il mistero della realtà.”
(Raimon Panikkar)

 Questo numero 14 di Laborcare Journal ci porta a riflettere su come la Cura, in tutte le sue declinazioni, inizi con “incontrare l’altro”, addirittura nel momento in cui pronunciamo una breve parola che, in questa quotidianità sempre più “liquida”, è sempre meno usata: “buongiorno”.

Se non siamo più capaci di salutare, come possiamo pensare di essere in grado di costruire una relazione, soprattutto se, questa, è “di cura”?

Ilvo Diamanti, nel suo libro “Sillabario dei tempi tristi”[1] scrive:“ … Quando incontro qualcuno, da solo, mi è difficile fingere di non vederlo. Distogliere lo sguardo. Ma poi perché? Allora saluto con un cenno, con un buongiorno (o) un cenno del capo, alcuni rispondono. Ri-cambiano. (Le donne, soprattutto.) Altri si limitano a un gesto imbarazzato. Un po’ sorpresi. Altri ancora non rispondono. Non dicono e non fanno nulla. Tirano dritto. Come non mi avessero visto. E forse è vero, è proprio così. Abituati a stare e a essere soli.”

Incontrare … salutare significa compiere, in positivo, una forzatura nei confronti di una società in cui, sempre di più, si assiste ad un progressivo indebolimento dei legami e delle relazioni sociali.

La tendenza che avvertiamo è quella di diventare , sempre di più, una società tesa ai propri interessi individuali.

Diventa, quindi, importante richiamare lo sguardo verso momenti della quotidianità che offrono l’occasione ad ognuno di noi di prendersi cura dell’altro riconoscendo e salvaguardando, innanzitutto, quella dignità che, sovente, viene “dimenticata”.

Salutare, ascoltare anzi, imparare “ad ascoltare” e dedicare Tempo per poterlo fare ci permette di conferire ancora più significato al lavoro di Cura.

Eugenio Borgna, nel suo recente libro “Parlarsi. La comunicazione perduta”[2], a proposito dell’ascolto scrive: “ … Ci sono infiniti modi di ascoltare, e non si è capaci di ascolto, in ospedale in particolare, se non quando si tengano presenti le attese e le speranze dei pazienti, e ci si metta in sintonia con la loro esperienza del tempo, del tempo vissuto, che non ha nulla a che fare con il tempo delle lancette dell’orologio: del tempo misurabile.”

Dal volontariato ad una quotidianità professionale “vissuta” in carcere, passando attraverso la solitudine degli “invisibili”, la fine di una vita o il riportare a casa “uno sconosciuto”, sono  “sguardi” che ci esortano a praticare l’arte dello S.T.A.R.E pensato, scritto e letto come acronimo di Silenzio – Tempo – Ascolto – Rispetto – Empatia che, a nostro parere, dovrebbe essere l’aspetto “umano” della Cura.

Proprio questo “S.T.A.R.E” è stato assunto come caratteristica essenziale e imprescindibile, quasi uno statuto, dai volontari della Fondazione FILE che operano nell’ambito della leniterapia.

Fondamentale è, infatti, imparare ad avere competenze relazionali e atteggiamenti ispirati dall’approccio proposto dal medico canadese Max Chochinov definito “Terapia della dignità”[3] il cui obiettivo è il miglioramento dell’esperienza della fase finale della vita aiutando la persona malata (e i suoi familiari) a preservare l’identità personale e affermare i propri valori.

Come viene evidenziato in molti articoli di questo numero di LJ, lo sguardo dell’altro ci interpella e ci può guidare in una relazione d’aiuto fondata sul rispetto della dignità e sull’ascolto dei reali bisogni.

In questo impegno non ci sono ruoli più o meno importanti – professionisti sanitari o sociali, volontari di varie Associazioni, familiari di persone malate o con disabilità, cittadini sensibili –  tutti possono contribuire a migliorare la Comunità in cui operano e vivono attraverso comportamenti ispirati ad una reale solidarietà.

[1] Universale Economica Saggi Rossi, Feltrinelli Editore, 2011

[2] Einaudi, 2015

[3] Harvey Max Chochinov: “Terapia della Dignità – Parole per il tempo che rimane”, ed. Il  Pensiero Scientifico Edizioni, 2015

 

  •  E’ possibile consultare il numero completo della rivista sul sito www.laborcare.it

Fonte

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SEC 2024-2025
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