La Beata Elena Guerra e il Santo Rosario

La tradizione lega questo mese alla “Regina delle Vittorie” meglio conosciuta come “Regina del Santo Rosario”, che si celebra il 7 ottobre

La prima domenica del mese viene recita la Supplica alla Vergine del Santo Rosario di Pompei e ancora il 13 ottobre è l’anniversario dell’ultima apparizione della Madonna di Fatima che ai tre Pastorelli, a Cova de Rio, si presentò come “Regina del Santo Rosario”.

La preghiera del Rosario è contemplazione della vita di Gesù Cristo e del suo Vangelo, sotto la guida di Maria, che sempre tenne fisso il suo sguardo di Madre sul volto del Figlio. La contemplazione del Rosario aiuta l’uomo nella conformazione della sua vita alla vita del Redentore, al suo mistero di gioia, di luce, di dolore e di gloria.

La storia del “Rosario”

La parola “rosario” deriva da un’usanza medioevale che consisteva nel mettere una ghirlanda di rose alle statue della Vergine; queste rose erano simbolo del profumo della preghiera, che salivano al cuore della Madre di Dio. Nel XIII secolo, i monaci cistercensi strutturarono una preghiera, che chiamarono Rosario, formato da 150 grani, in riferimento al numero dei Salmi.

Questa devozione fu resa popolare da San Domenico, il quale, secondo la tradizione, ricevette dalle mani di Maria, nel 1214 la prima corona del rosario da utilizzare come supplica alla Vergine Maria, invocata con la recita del saluto angelico, ripetuto più volte e offerto per la conversione dei non credenti e dei peccatori.

Nel 1571, nel pieno svolgimento della battaglia di Lepanto, papa Pio V chiese ai fedeli di pregare con il Rosario con l’intenzione di chiedere la liberazione dalla minaccia Ottomana. La vittoria della flotta cristiana, avvenuta il 7 ottobre, venne attribuita all’intercessione della Vergine Maria, invocata con la preghiera del Santo Rosario.

In seguito a questo evento il papa introdusse nel Calendario liturgico la festa della Madonna del Rosario. Altri impulsi ebbe il Rosario attraverso il Beato Alano della Rupe, San Luigi Maria Grignion de Montfort, ed il beato Bartolo Longo, fondatore del santuario e delle opere di carità sorte attorno al Tempio di Pompei. Tutti i Sommi Pontefici hanno sempre esortato alla recita del Rosario, San Giovanni Paolo II aggiunse ai tradizionali 15 misteri (Gioiosi, Dolorosi, Gloriosi) i 5 misteri della Luce.

Elena Guerra, il Santo Rosario e lo Spirito Santo

La Beata Elena Guerra, che il prossimo 20 ottobre verrà canonizzata da papa Francesco, nutrì una forte devozione mariana e fu sempre fedele alla recita del S. Rosario. Conseguentemente alla “ri-scoperta” dello Spirito Santo la Beata, colse il profondo rapporto tra lo Spirito Santo e Maria. L’angelo la saluta “piena di grazia”. Piena dello Spirito Santo. I Padri e il magistero ininterrotto della Chiesa hanno identificato Maria come prototipo della Chiesa, permanentemente abitata dallo Spirito Santo, dall’Incarnazione alla Pentecoste, ed ora nella gloria facendola risplendere in tutta la bellezza della Sposa. La missione della Chiesa non è che un riverbero della maternità della Vergine.

Pur non stendendo un trattato di mariologia, offrì alla meditazione e alla preghiera diverse opere e opuscoli di devozione mariana, tra questi: “Mese di Maggio”, “Una rosa ai piedi dell’Immacolata”, “Nuova gemma alla Vergine del Rosario”, “Il Servo di Maria Addolorata”, “Scuola di Maria”, “Maria, Angeli, Santi”, infine diete vita all’iniziativa “Stelle viventi”, che ebbe ampia diffusione in vista delle celebrazioni per il cinquantenario della proclamazione del dogma dell’Immacolata. L’iniziativa venne molto apprezzata da Pio X, tanto che sollecitò i Vescovi ed il clero ad aderirvi.

Leone XIII chiudeva la sua enciclica Divinum illud munus, invitando a pregare Maria con fiducia per le sue intime relazioni con lo Spirito Santo. “La Vergine – scriveva – con la sua preghiera molto cooperò sia al mistero dell’Incarnazione come all’avvento dello Spirito Santo sopra gli Apostoli. Continui dunque ad avvalorare con il suo patrocinio le nostre comuni preghiere, affinché si rinnovino in mezzo alle afflitte nazioni i prodigi dello Spirito Santo, celebrati già da Davide: Manda il tuo Spirito, sono creati, e rinnova la faccia della terra”.

La Beata Elena guardando al Cenacolo, dove Maria prega con gli Apostoli, ha piena fiducia che ogni preghiera che passa dalla mediazione della Vergine, sarà esaudita perché “lo Spirito Santo non potrà rifiutare all’Immacolata Sua Sposa tutto ciò che essa domanderà a nostro vantaggio”. Purtroppo lamentava Elena, oggi, “poco si pensa a interporre la mediazione di Maria, per impetrare dallo Spirito Santo più sollecito e più compiuto il rinnovamento del cuore e della mente degli uomini, in cui consiste appunto il rinnovamento della faccia della terra.

La devozione mariana

La sua devozione mariana scaturisce dal mistero dell’incarnazione: “Colui che aveva creato la Vergine santa, che l’aveva ricolmata di grazia…venuta la pienezza dei tempi in lei volle incarnarsi e riposarsi nel suo seno…Egli dimorava trovandovi le sue delizie”. Nessuna creatura umana è stata in comunione con Dio come Maria.

A questa comunione Maria fu preparata da Dio stesso, preservandola dal peccato originale, per divenire Madre del Verbo. La Beata Elena ricorda che nel cuore di Maria “abitò sempre lo Spirito Santo, che fu l’unico Direttore di tutti gli atti”. Il suo cammino di fede fu un crescere nello Spirito Santo. La Vergine di Nazareth è per Elena il modello perfetto di obbedienza allo Spirito e di accettazione dell’adorabile volontà di Dio. Per fede è diventata Madre del Redentore, e progressivamente è entrata nella conoscenza del mistero del Regno, che suo Figlio ha instaurato nel mondo. Consegnata da Gesù morente come madre al discepolo e in Lui come Madre della comunità nascente, diventa il cuore della Chiesa e accompagna la missione e la testimonianza della Chiesa stessa nel mondo.

Elena Guerra la indica come “savia Maestra di virtù”, alla scuola di Maria il cristiano impara il perfetto abbandono in Dio. Chiunque desidera intraprendere un cammino di vita spirituale deve avvicinarsi necessariamente all’esempio di Maria e lasciare che lei faccia da guida. “La santità – insegnava la Madre – consiste nel fare bene quello che facciamo, cioè nell’imitare Maria”. “Osserviamola come attenti discepoli che vogliono imitare sì perfetta Maestra e impareremo a operare santamente”.

Il Santo Rosario devozione preziosa

Il mese di ottobre, tradizione vuole che sia consacrato al Rosario. Elena Guerra in più di uno scritto ne raccomanda la recita, specialmente in famiglia: “Procura – scrive – che in casa tua venga recitato ogni sera il santo Rosario, ma devotamente e non come usa in alcune famiglie dove non si dice, ma si strapazza, recitandolo in fretta e talvolta in posizione tutt’altro che devota, ovvero sbadigliando e mezzi addormentati”.

A quanti si possono annoiare nella recita, Elena consiglia di “portarsi con il pensiero in quel luogo dove si avverrò il mistero che si ha da considerare in quella posta; figurarti di vedere le persone che ebbero parte a quel mistero, anzi prendervi parte tu stesso, lasciando che il tuo cuore dica e faccia quello che avrebbe fatto e detto se ti fossi trovato presente all’avvenimento ricordato in quel mistero”.

Il Rosario ben pregato, è una devozione preziosa, perché come ricorda la Beata, “spiega alla nostra mente tutta la storia della Redenzione”. Maria attraverso la meditazione del Rosario ci porta a conoscere il Figlio. “Se cerco – afferma Elena Guerra – il Divin Verbo appena incarnato lo trovo in seno a Maria; se guardo Gesù Bambino lo vedo fra le braccia di Maria; se guardo Gesù quando opera il primo miracolo lo vedo accanto a Maria; se guardo Gesù quando va predicando per le contrade della Palestina, lo vedo vicino a Maria; se osservo Gesù morto lo vedo in grembo a Maria”.

La Madre, come discepola perfetta, non si è mai separata dal Figlio e nel suo cuore ha custodito ogni sua parola. Così il Figlio non si è mai separato dalla Madre.

Ancora, la Beata richiama ad una recita fatta col cuore, prestando piena attenzione alle parole, che non devono essere una ripetizione meccanica, dette per abitudine: “Guardiamoci bene – ammonisce – dal recitare il Rosario per abitudine, come purtroppo accade di ciò che si fa tutti i giorni.

La dolcezza dell’Ave Maria

Un Rosario detto distrattamente e per abitudine non è un vero Rosario”. La ripetizione dell’Ave Maria porta al cuore un’infinita dolcezza: “Ave Maria! – esclama – Ave Maria! Parola venuta dal cielo e proferita da angelica voce: parola diffusa per tutta la terra e ripetuta da mille lingue. Parola di conforto ai miseri, di salute ai traviati, di speranza ai morenti. La ripetono i monarchi ed i sudditi; i dotti e gli ignoranti; i bambini ed i vecchi; gli innocenti e i peccatori: Ave Maria! Si, Ave Maria in terra, Ave Maria in purgatorio, Ave Maria in Paradiso…Solamente l’inferno è privo di sì bella parola, perché laggiù non v’è redenzione, e l’Ave Maria suona appunto redenzione e salvezza. Guai a quel Cristiano che lo dimentica”.

Non dobbiamo aver paura, vergogna, a ripetere infinite volte, senza stancarci, senza annoiarsi: Ave Maria. Pensiamo che sono le parole che portano il bacio di Dio, nel cuore della più bella e splendida creatura che sia sorta in mezzo agli uomini. E’ il bacio dell’uomo, che attraverso la Madre di Gesù ritorna nel cuore di Dio: Benedetto il frutto del tuo seno Gesù”!

In questo tempo di preparazione alla canonizzazione, Elena Guerra come buona Madre e Maestra di vita spirituale, riporti le nostre famiglie a trovare tempo e uno spazio di preghiera per una recita fruttuosa e gioiosa del Rosario, attraverso di esso si possa rafforzare la fede cristiana per renderla un faro luminoso nel mondo, respiro di speranza ai nostri giorni.

 

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