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Italiani in Tanzania

Mercoledì 10 aprile 2024, alcuni italiani presenti nella Diocesi di Iringa e nella, appena iniziata – il 19 marzo 24 – nuova Diocesi di Mafinga, si sono ritrovati in uno dei consueti appuntamenti annuali

Presenti 9 tra sacerdoti, religiosi e laici, che operano in diverse parrocchie del territorio, in citta’ e cittadine o in villaggi remoti del territorio diocesano. Chi e’ presente in Tanzania da piu’ di 30 anni, chi ha alternato periodi di missione in diversi paesi Africani, chi e’ arrivato solo da pochi anni… chi di origine siciliana, ci sono i Sardi, i Bolognesi, un Parmense, alcuni dalla Lombardia, un Triestino, e un Croato italianizzato…

L’occasione, come sempre, è quella di ritrovarsi insieme, prima di tutto per “fare famiglia”

Conoscersi con chi e’ appena arrivato o e’ appena entrato nel gruppo, scambiarsi le esperienze di vita “sul territorio”, i bei ricordi delle esperienze passate, anche con chi c’era e non c’e’ piu’ ma ci guarda dall’alto,  le avventure vissute… Ma anche le sfide di comunita’ cristiane che “solo” da 100-150 anni hanno ricevuto l’annuncio del Vangelo in questi territori grazie ai primi missionari arrivati, e camminano, logicamente con i tempi e i modi loro propri nell’approfondimento della fede.

I sacerdoti sono pochi e le chiese sono piene…

ogni parrocchia ha dalle 3 alle 12-15 cappelle sparse nei posti piu’ remoti del territorio parrocchiale e solo 1 volta ogni 2-3 mesi, il parroco e’ in grado di andare e celebrare la messa…  senza contare le condizioni delle strade – sterrate s’intende – che quando c’e’ la stagione delle pioggie diventano torrenti d’acqua o depositi di fango… I catechisti portano avanti le comunita’ locali e la domenica si svolge la funzione con la lettura della parola di Dio e un suo commento. I battesimi si fanno solo in certe date particolari (spesso la notte di Pasqua) con 30, 40, ma anche 80 bambini e piu’ …

Tradizione culturale e religiosa

Il tutto in un contesto in cui la tradizione culturale e religiosa e’ molto rilevante nella vita quotidiana di ogni giorno, ma specialmente in campo spirituale e si sente che ci vuole ancora tempo per dare solidita’ al credo. Si assiste spesso a facili cambi di “chiesa” (cattolica, luterana, anglicana, pentecostale, sette…) per i piu’ diversi motivi, banalmente perche’ e’ pu’ vicina alla nuova casa o l’unica disponibile, o anche per l’accesso facilitato ai sacramenti in una piuttosto che in un’altra. Ci si rivolge al “mago” locale se dopo aver pregato non si e’ ottenuto; si crede che se le cose vanno male, qualcuno te le ha “mandate” per una maledizione… E questo soprattutto nei villaggi, dove ancora le tradizioni resistono di piu’, come e’ normale…

Dio è presente sempre nelle giornate dei Tanzaniani

Di contro, Dio e’ presente sempre nelle giornate dei Tanzaniani, non ci si dimentica mai di pregare, prima di mangiare e dopo aver mangiato, prima di bere anche un solo bicchiere d’acqua, prima di iniziare un viaggio e quando si e’ arrivati, prima di inizare un incontro, o quando lo si finisce per ringraziare dei risultati ottenuti…

Ma si ringrazia Dio anche per strada, salutando la gente al mattino appena usciti da casa: “Habari za asubuhi, bwana?” (Buongiorno signore, letteralmente “Notizie del giorno, signore?”) e la risposta: “Tumushukuru Mungu” (Ringraziamo Dio! Come a dire, va tutto bene, ringraziamo Dio…)

Qui Dio c’e’! Come dappertutto lo sappiamo, ma qui e’ come se lo si sentisse, lo si vivesse di piu’, Dio accompagna da vicino le vite, le giornate di ciascuno, e’ piu’ che mai nel cuore dell’uomo che si fida, si abbandona a Lui e continua, non senza difficolta’ ma con una grande fede, a camminare e a sperare.

Stefano Matcovich – Iringa, Tanzania

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  • Stefano Matcovich

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