
In cammino per una società più giusta con san Daniele Comboni
Il 15 marzo è una data importante per i missionari comboniani, che ricordano la data di nascita del loro fondatore
Un giorno come ieri di 194 anni fa, il 15 marzo 1831 nasceva a Limone sul Garda, un paesino del nord Italia, San Daniele Comboni.
Alla sua intercessione affidiamo oggi i nostri familiari, amici, collaboratori e benefattori e il nostro lavoro pastorale come famiglia Comboniana (Missionari Comboniani, Missionari Comboniani, Missionari Comboniani, Missionari Secolari Comboniani) al servizio di Dio e del suo popolo santo e fedele, affinché siamo come lui ci voleva: “santi e capaci”, un vero “cenacolo degli apostoli” al servizio dei popoli più poveri e abbandonati.
Per lui l’evangelizzazione va di pari passo con la promozione umana.
In Africa come sacerdote missionario, Comboni si rese conto della schiavitù di cui soffrivano i popoli africani e nel Concilio Vaticano I (1869) aprirà gli occhi alla Chiesa su questa drammatica situazione.
Il suo intuito «salvare l’Africa con l’Africa» lo porterà a formare i popoli africani rendendoli protagonisti della loro storia e della loro liberazione: medici, avvocati, professori, sacerdoti africani, affinché siano anche agenti di evangelizzazione e non soltanto oggetto di evangelizzazione.
Il sogno e la passione di San Daniel Comboni ci incoraggiano oggi come famiglia comboniana a portare la Buona Notizia non solo in Africa ma fino ai confini del mondo.
In America Latina la nostra presenza comprende, tra gli altri, il mondo indigeno, le popolazioni afrodiscendenti e andine, le periferie delle grandi metropoli.
In Europa, tra gli altri, siamo presenti nella pastorale con e tra i migranti, nel mondo delle comunicazioni, nell’animazione missionaria della Chiesa locale.
Senza dimenticare il grande lavoro missionario di evangelizzazione in Asia.
Seguendo il suo esempio vogliamo rispondere con gioia all’invito di Gesù ad amare tutti senza escludere nessuno, promuovendo la dignità umana, costruendo quotidianamente una società più giusta, un mondo che non sia semplicemente la nostra casa ma anche la nostra casa, in cui come “fratelli tutti” amiamo e rispettiamo la nostra “casa comune”, la nostra madre terra.
Viva Comboni!
Fonte e immagine
- Profilo Fb di p. Alessio Geraci