Il Pensiero del Vescovo Di Awka Sull”Intelligenza Artificiale
Monsignor Ezeokafor: “L’intelligenza artificiale deve rendere servizio alla comunità, non sostituirla”
In preparazione alla 58esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, la diocesi nigeriana di Awka ha organizzato una settimana di riflessione dal 5 al 12 maggio sui temi affrontati da Papa Francesco nel suo messaggio: “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”.
L’invito di Papa Francesco ad affrontare “con la sapienza del cuore” le opportunità e le sfide poste dai sistemi di intelligenza artificiale non poteva restare inascoltato in Nigeria, uno dei paesi del continente africano dove l’evoluzione delle nuove tecnologie di comunicazione offre sì grandi opportunità di sviluppo sociale ed economico ma rischia anche di potenziare le logiche del profitto e del potere nonché di fornire nuovi e più performanti strumenti alla criminalità organizzata.
È in quest’ottica che Monsignor Paulinus Chukwuemeka Ezeokafor, Vescovo di Awka, ha voluto dare impulso alla riflessione nella sua diocesi: “I sistemi di intelligenza artificiale sono di per sé molto validi. Possono aiutarci a fare molto, ma se non prestiamo la dovuta attenzione rischiano di sopraffare la nostra umanità.”
L’analisi a partire dalle parole di Papa Francesco
La riflessione promossa da Mons. Ezeokafor parte dall’interrogativo fondamentale posto da Papa Francesco: come possiamo rimanere pienamente umani e orientare verso il bene il cambiamento culturale in atto?
“L’intelligenza artificiale” ha affermato Mons. Ezeokafor “dovrebbe rendere servizio all’umanità e non essere usata per controllare o rimpiazzare l’umanità o rendere gli esseri umani inutili e superflui, perché se così avvenisse saremmo spacciati”.
Concretamente, i punti cruciali da affrontare sono molti perché molte sono le derive potenziali dell’intelligenza artificiale, prima fra tutte la disinformazione e la manipolazione della realtà, ma anche l’uso delle tecnologie a scopo criminale.
In Nigeria, così come in altri paesi del continente africano, è evidente ormai da anni come gli strumenti tecnologici di comunicazione siano spesso diventati “attrezzi” al servizio della criminalità. L’evoluzione dell’intelligenza artificiale potrebbe far peggiorare rapidamente uno scenario già oggi molto preoccupante.
Il vescovo di Awka ha tenuto a sottolineare con forza questi pericoli affinché gli uomini rimangano sempre soggetti e non oggetti delle tecnologie che creano.
Purtroppo la criminalità organizzata in nigeria è notevolmente aumentata negli ultimi anni
Mons. Ezeokafor ha deprecato questo trend negativo che vede coinvolti sopratutto i più giovani: “È triste che molti dei nostri giovani utilizzino la tecnologia per perpetrare il male nella società, venendo coinvolti in ‘Yahoo-Yahoo’ (denominazione con la quale sono popolarmente chiamate le frodi informatiche in Nigeria, ndr.) o truffe su Internet”.
Questo fenomeno, fino a poco tempo fa concentrato nell’area di Lagos, si è esteso rapidamente a tutte le città della Nigeria meridionale. La criminalità informatica è ormai una criminalità di tipo organizzato, con reti vaste e strutture piramidali purtroppo molto efficienti.
Le frodi perpetrate sul web hanno creato modelli e stili di vita deteriori fra la gioventù nigeriana: non è raro vedere giovani uomini e donne vivere nel lusso e nell’esibizione della ricchezza senza mezzi onesti di sostentamento, ma unicamente grazie alle truffe effettuate via internet.
La deriva criminale stigmatizzata dal vescovo di Awka non è limitata alla Nigeria, ma ha trovato purtroppo terreno fertile anche in altri paesi del continente africano: in Kenya ed in Sudafrica la criminalità informatica si è estesa a macchia d’olio con schemi di crimini digitali sempre più diffusi ed elaborati (furti di identità, frodi bancarie, truffe sentimentali, estorsioni, ricatti).
Detto questo, è bene però non alimentare stereotipi pericolosi: la crescita del fenomeno della criminalità informatica in Africa non significa che la maggioranza delle truffe digitali provenga dal continente africano. È però importantissimo non sottovalutare la velocità alla quale le reti criminali possono espandersi in Africa, anche a partire da altri continenti: lo spazio utile per crescere e proliferare senza controllo è ancora molto vasto.
In questo contesto globale/locale, l’uso criminale dei nuovi sistemi di intelligenza artificiale non può non spaventare. Volgendo lo sguardo al futuro, l’appello di Mons. Ezeokafor si fa accorato: “Ecco perché i genitori devono dare priorità all’educazione e allo sviluppo spirituale dei propri figli in modo che possano connettersi con Dio e dominare gli istinti più materiali”.
Ripartire dal cuore umano
Lo sviluppo spirituale auspicato dal vescovo di Awka è quello che troviamo descritto nel Messaggio del Santo Padre: “Solo dotandoci di uno sguardo spirituale, solo recuperando una sapienza del cuore, possiamo leggere e interpretare la novità del nostro tempo e riscoprire la via per una comunicazione pienamente umana”.
Secondo Papa Francesco la riflessione sulle nuove tecnologie deve necessariamente partire dal cuore umano: “il cuore inteso biblicamente come sede della libertà e delle decisioni più importanti della vita è simbolo di integrità, di unità, ma evoca anche gli affetti, i desideri, i sogni, ed è soprattutto luogo interiore dell’incontro con Dio”.
Nelle mani dell’uomo ogni cosa, ogni strumento, ogni tecnologia può diventare opportunità o pericolo a seconda dell’orientamento del cuore. Questa è la consapevolezza che Papa Francesco invita a coltivare.
Nella diocesi di Awka è stato piantato un primo seme di riflessione che sicuramente porterà i frutti dell’azione.
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