Il mistero di Tokeì | “La misericordia vissuta” secondo Padre Piumatti

Dai diari di p. Piumatti, fd di Pinerolo e missionario nel Nord Kivu per 50 anni. Raccontare l’Africa e restituirle la parola è un gesto di amore e misericordia verso di essa

Ieri pomeriggio, ero nella cappella vicina alla sala polivalente.

I miei occhi passano dal kikapo, dove c’è l’Eucarestia, alla porta: davanti c’è un albero, e lì appoggiato, c’è Tokeì. Mi lascio distrarre. Lo faccio entrare e gli dico di andarmi prendere l’apparecchio foto, in casa.

Fazila non si sente di darglielo in mano, e me lo porta lei; ma lui la segue trotterellando; non gli si è data fiducia, ma a lui non importa: è contento per la missione compiuta.

Si siede accanto e gli faccio due foto. Non penso che Gesù ne sia disturbato, tanto meno geloso…

Tokeì è un piccolo mistero, per me. Per esempio, gli altri ragazzini giocano al pallone giù sulla strada; ma lui restava lì appoggiato all’albero, da circa mezz’ora, in silenzio.

Sa che sono in cappella e ogni tanto butta gli occhi su di me. Come fa spesso, quando seduto fuori scrivo o leggo; lui sta lì tranquillo, accanto a me.

C’è Gerlas, allegro.  Gloria, seria. Eric, furbo. Pierino, imprevedibile. Clarisse, una poesia. Cesarina, rubacuori. Lidia… te la mangeresti in un solo boccone.

Tutti sono un romanzo. Ma Tokeì: un mistero!

Magrolino, rannicchiato, magliettina leggera e bucherellata, timido, silenzioso, sguardo triste e sorridente. Ha fame, ha freddo, è un po’ triste, lo si vede. Mi sta accanto, lo si vede. Il più delle volte vicino, ma anche in disparte.

Non ci tiene di essere visto: ci tiene di esserci. Tutti i giorni lui è lì; nelle ore più impensate, lui è lì… Mi è accanto. Questo è evidente. È questo che vuole.

Se per caso sono in casa, ogni tanto gli dico di andar fuori con gli altri bimbi; lui esce, qua dietro, sotto la tettoia, oppure davanti alla porta; ma non sempre si mette a giocare; più spesso resta appoggiato al muro, o si siede per terra sul marciapiede; dopo un po’ rientra, …esce di nuovo. Per lunghissime ore.

Lo guardo, lo osservo, e mi chiedo: ma che fa?

Che vuole? Aspetta che gli dia qualcosa?… un pezzetto di pane? Son sicuro che no; anche se gli farebbe piacere, e ne ha bisogno.

Aspetta che lo saluti? Aspetta che gli regali uno sguardo?

Forse neppure; ma mi fa un timido sorriso, quando lo faccio.

Lui è lì. Io son qua. È presente! Mi fa sentire che è lì.

Me lo sussurra delicatamente? Me lo grida con forza? Non saprei dirlo.

Tokeì è l’Africa

È lì! Che te ne accorga o no, è lì! Senti che le piace sentirti accanto. Pensi di conoscerla; si lascia leggere, lo vuole!

Ma resta un mistero. Eppure è anche semplice, trasparente, disponibile…

È per questo che in tanti si permettono di farne quel che vogliono, anche calpestarla impunemente?

Allora… che siamo noi tutti gli altri, il mistero?

Immagini

  • Padre Giovanni Piumatti

Fonte

  • G. Piumatti, Fiori selvaggi… profumo d’Africa, pp. 32-33
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