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Il Disagio psichico
Il Direttore Responsabile e la Direttrice Editoriale, in un articolo di “Laborcare Journal”, parlano del disagio psichico
di Gianluca Favero e Mariella Orsi
“S’inaugura un capitolo che porta ad una visione estremamente dialettica tra il dentro ed il fuori, dove il dentro non è riferito al dentro di un’istituzione chiusa, ma al dentro di noi; e il fuori al fuori di noi.” (Franco Basaglia, Trieste 1974)
In occasione del quarantesimo anniversario della Legge di Riforma dell’Assistenza Psichiatrica, nota anche come “Legge Basaglia” dal nome del suo ispiratore, abbiamo pensato di dedicare un numero della nostra rivista al tema del disagio psichico.
Attraverso le riflessioni di operatori sul campo: medici psichiatri, psicologi, infermieri, assistenti sociali e del contributo della psicologa Grazia Zuffa, componente del Comitato Nazionale di Bioetica, poniamo un’attenzione specifica a quel settore dell’assistenza quella delle patologie nervose e mentali che ha sofferto, e ancora soffre, anche a causa di un minor impegno di risorse da parte del Governo, delle Regioni e delle Aziende Sanitarie.
Il cambiamento di paradigma, come molti autori sottolineano, da quello manicomiale a quello terapeutico, realizzato dalla Legge Basaglia, ha segnato una vera rivoluzione nella realtà sanitaria che ha visto la chiusura degli ospedali psichiatrici, la nascita e poi lo sviluppo dei Servizi di Salute mentale Territoriali, con la creazione di Centri Diurni, Laboratori, Case Famiglia, Servizi di Diagnosi e Cura (SPDC) e altri progetti di reinserimento sociale.
Senza dimenticare la recente chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (O.P.G) sostituiti dalle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (R.E.M.S.).
Se l’assistenza a livello terapeutico è andata negli anni sviluppandosi e crescendo sia in termini quantitativi che qualitativi, quello, però, che è rimasto molto carente è l’ambito della prevenzione.
Negli anni Ottanta e Novanta molto è stato fatto per integrare il problema della tutela della salute mentale all’interno del più complessivo intervento di sensibilizzazione dei servizi socio sanitari e della popolazione generale sui rischi legati al disagio psichico e, questo, a partire dalla prima infanzia, con validissime esperienze di neuropsichiatria infantile ed adolescenziale, particolarmente attive nella collaborazione con i servizi socio educativi e scolastici.
Purtroppo, negli ultimi anni, questo impegno, anche a causa del taglio delle risorse da parte delle istituzioni preposte, è andata a ridursi.
Altro problema rilevante è che ancora non si è superato lo stigma sociale che accompagna non solo chi è affetto, la persona,cioè con la disabilità mentale, ma anche l’intero nucleo familiare cui questi appartiene.
Quanto poi al tema dell’autodeterminazione e delle scelte terapeutiche come diritti della persona, secondo quanto esplicitato nella recente Legge 219/2017, attualmente risulta ancora molto complesso il riconoscimento di tali diritti sia per la persona autonoma che per la persona inabilitata.
In questo numero 23 di Laborcare Journal, come è nostra consuetudine, le tematiche saranno affrontate secondo diversi punti di vista con particolare attenzione a far emergere lo sguardo non solo dei professionisti ma, ancora di più, di coloro che convivono quotidianamente, o hanno convissuto, con familiari affetti da disagio mentale.
È una dimensione intima, toccante che coinvolge il lettore portandolo a riflettere su tematiche non solo sanitarie ma, ancora di più etiche e bioetiche che, a volte, sembrano essere patrimonio esclusivo di addetti ai lavori.
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E’ possibile consultare il numero completo della rivista sul sito www.laborcare.it
Fonte
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Laborcare Journal (Editoriale n. 23)
Immagine
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