III Domenica C – Contemplazione Della Parola Di Dio

Letture: Ne 8,2-4.5-6.8-10; 1 Cor 12,12-31; Lc 1,1-4; 4,14-21

Parola di Dio, “dabar” meravigliosa che determini il significato profondo di ogni esistenza (Gen 2,19-20); Parola immutabile (Is 31,2; Mt 5,18); Parola potente, (Is 55,10-11); Parola “perfetta, che rinfranchi l’anima,… fai gioire il cuore, dai luce agli occhi,… duri sempre, …, più preziosa dell’oro” (Sl responsoriale odierno: Sl 18); Parola “che sei la nostra vita” (Dt 32,47), “lampada ai nostri passi e luce alla nostra strada” (Sl 119,105); “spada affilata” (Sap 18,14-15), “che penetri fino al punto di divisione dell’anima…, che scruti i sentimenti e i pensieri del cuore” (Eb 4,12); seme discreto che cresce da solo, sia che dormiamo sia che vegliamo (Mc 4,26-29; At 19,20), e che produci anche il cento per uno (Mc 4,8)…

Parola da proclamare a tutti (Prima Lettura: Ne 8,2s), in preghiera continua (v. 3), benedicendo Dio e invocandone lo Spirito (v. 6), da “adorare con la faccia a terra” (v. 6), da tradurre e spiegare perché tutti la capiscano (v. 8), fonte di pianto (v. 9) e di gioia irrefrenabile (v. 9), sorgente della festa (v. 10), che ci spingi sempre alla condivisione con i poveri (v. 10).  Parola da accogliere nello Spirito, unico Ispiratore (2 Tm 3,16), solo Maestro ed Esegeta (Gv 14,26), Guida sicura (Gv 16,13); Parola nella cui attesa consumarsi (Sl 119,81), e da contemplare in silenzio (Sap 18,14; Mt 14,23; Lc 9,18), nel segreto della propria stanza (Mt 6,6); Parola a cui essere assidui (Mt 13,52; Lc 21,36), “nel cuore della notte” (Sl 119,62.147-148)), “sette volte al giorno” (Sl 119,164), “tutto il giorno” (Sl 119,97). Parola da custodire e meditare nel proprio cuore (Sl 119,9.11; Lc 2,19.51). Parola da “ruminare” incessantemente, cogliendone sapientemente il gusto (Sapienza è da “sàpere”, “aver sapore”…), “più dolce del miele” (Sl 19,11; 119,103). Parola da pregare, cantando e benedicendo, adorando e ringraziando (Lc 1,46-55. 68-79; 2,29-32). Parola da contemplare (Sap 6,12; Es 24,29; Ct 4,1-16…). Parola da obbedire (Es 19,8; Lc 1,38), “e non solo da ascoltare, illudendo noi stessi” (Gc 1,22), e che sempre in noi matura frutto se non siamo superficiali come la strada che non accoglie il seme, se la radichiamo nella preghiera per non essere come le pietre, se non la soffochiamo tra le spine “delle preoccupazioni del mondo e dell’inganno della ricchezza” (Mc 4,14-20). Parola che trascina al servizio dei poveri e degli ultimi (Lc 1,39), e che ad essi concretamente annunzia “un lieto messaggio” (Lc 4,18: Vangelo). Parola la cui pratica è beatitudine (Lc 8,21; 11,28), perfezione dell’amore di Dio (1 Gv 2,5). Parola che ci invia al mondo, a tutte le genti (Mt 28,19-20; Rm 10,14-15), che ci fa suoi “testimoni e ministri” (Lc 1,2: Vangelo; At 26,16), suoi servi (At 6,4), e che ci fa diventare un unico corpo, anzi, il tuo stesso Corpo (seconda Lettura: 1 Cor 12,12-31).

Parola che sei tu, o Gesù, il Verbo stesso di Dio che “si è fatto carne e ha posto la sua tenda in mezzo a noi” (Gv 1,1.14), la Parola ultima e definitiva del Padre (Eb 1,1-2). Tu solo ci riveli il cuore di Dio (Gv 14,9-10; 17,14). Tu sei l’unica Parola che ha autorità (“exousìa”: Mc 1,22.27) e potenza (“dynamis”: Mc 4,35-66). Tu sei il compimento di tutta la Parola dei profeti (Lc 4,21: Vangelo): e al contempo “non vi è nulla nella Scrittura che non faccia risuonare Te” (S. Agostino); perché “le Scritture sono Te” (Ireneo di Lione). Perciò “noi mangiamo la tua carne e il tuo sangue nell’Eucarestia, ma anche nella Scrittura” (S. Girolamo). Per questo la tua Chiesa “ha sempre venerato le Divine Scritture come ha fatto per il tuo stesso Corpo… “L’ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di Te” (S. Girolamo)” (Dei Verbum, nn. 21.25).

Signore, vogliamo accogliere e custodire nella nostra vita la Sacra Scrittura, per non essere condannati, come “coloro che… respingono le tue Parole” (Gv 12,47-48). Perché “Tu solo, Signore, hai parole di vita eterna” (Gv 6,68)!

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Fonte

SEC 2024-2025
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