I sogni di un bambino africano… SCUOLA

Immagine creata digitalmente da spazio + spadoni

Che cosa sogna un bambino africano?

Lo scopriremo in questa nuova rubrica, a cura del missionario

saveriano padre Oliviero Ferro

E quando capiremo che i sogni (ma non i diritti e le possibilità) sono gli stessi dei nostri figli, sarà l’ora di svegliarsi e compiere opere di misericordia.

Perché, grazie ad esse, un bambino africano (e non solo) potrà vivere nella gioia di poter sognare qualcosa che può diventare possibile.

 

Ogni mattina li vedo passare davanti alla missione. Vanno a scuola. I più grandi tengono per mano quelli della scuola materna. Qualcuno è anche accompagnato dalla mamma. Si sono alzati presto. Hanno voglia di imparare e non possono restare a casa a dormire. Alle sette devono essere in fila davanti alla scuola, perché le maestre li aspettano.

Col sole, con la pioggia. Niente li ferma. Vanno insieme per crescere insieme. La loro divisa marrone, verde, blu o di altri colori, a seconda della scuola.

Li vedi passare con la loro borsetta sulle spalle, dove ci sono i quaderni e, forse, qualche libro.

La merendina? Magari c’è qualcosa, ma è tutta una sorpresa che scopri anno alla pausa del mattino
Dato che è una sorpresa, c’è il rischio che non ci sia niente e allora? Si cercherà di farsi dare qualcosa dagli amici.

Quando entrano in classe e prendono posto nei banchi, mi viene sempre da chiedermi come riescono a starci tutti.

Le classi, come minimo, sono di 60-70 fino ad arrivare a 100-110. Ma basta stringersi un po’ e c’è posto per tutti. Comincia la lezione.

La maestra scrive sulla lavagna e poi li invita a ricopiare sul loro quaderno. C’è sempre qualcuno che ha dimenticato o perso la bic e la chiede disperatamente a qualcuno. Nessun problema: si faranno i turni per utilizzarla.

Qualcuno è stanco e mette la testolina sul banco. Forse sta sognando cosa farà da grande.
La maestra cerca di risvegliarlo dolcemente. Lui si stropiccia gli occhi, fa finta di niente e comincia a scrivere.

Finalmente, arriva la pausa. Tutti alla ricerca di qualcosa da mangiare. E’ un po’ la caccia al tesoro.
Bisogna anche andare nelle case vicine a cercare dell’acqua da bere, dato che non c’è la fontana nelle vicinanze.

Si gioca, in mezzo alla polvere. Insomma, ci si scatena. La scuola è pesante e bisogna riprendere fiato.
Di nuovo, il fischietto suona e tutti in classe a imparare la matematica in coro. Imparano a contare.

Vorrebbero forse anche fare i conti di come vivere meglio, ma questo per ora non è possibile. Si devono arrangiare.

Finalmente, alle tre del pomeriggio, si può ritornare a casa.

Se chiedete loro cosa hanno imparato, avrete diritto a tante risposte originali (come forse fanno anche i bambini in altre parti del mondo). L’importante è che la scuola sia finita: si potrà un po’ giocare, prima di fare i compiti e aiutare la mamma nelle faccende di casa. Poi, arriverà la notte e potranno sognare un mondo migliore.

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SEC 2024-2025
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