
I sogni di un bambino africano… RIPOSARE E SOGNARE

Che cosa sogna un bambino africano?
Lo scopriremo in questa rubrica, a cura del missionario saveriano padre Oliviero Ferro, che oggi si conclude
E quando capiremo che i sogni (ma non i diritti e le possibilità) sono gli stessi dei nostri figli, sarà l’ora di svegliarsi e compiere opere di misericordia.
Perché, grazie ad esse, un bambino africano (e non solo) potrà vivere nella gioia di poter sognare qualcosa che può diventare possibile.
“Lala, mtoto wangu, lala” (dormi, bambino mio, dormi).
E’ una delle cantilene che la mamma canta al suo bambino. Finalmente, dopo i lavori di casa, riesce a trovare un po’ di tempo per coccolare il suo bambino. Lo prende in braccio, lo accarezza, gli sussurra delle parole dolci e comincia a farlo danzare lentamente tra le sue braccia.
Lui, con gli occhi semichiusi, segue la canzone della mamma e piano piano si addormenta e sogna.
Certo, sono dei sogni di un bambino. Ma sono di qualcuno che vuole diventare grande. Ora si sente protetto dalla mamma. Ma un giorno dovrà camminare con le sue gambe e non sa se troverà qualcuno che gli darà una mano.
La mamma continua nella sua cantilena e anche lei sogna: come sarà mio figlio, cosa farà, chi gli starà vicino quando io non ci sarò più.
I sogni della mamma e del figlio diventano un unico sogno. E io guardandoli, chissà perché, mi metto a sognare. Non vorrei svegliarmi.
Ma dopo un po’, vedo che la mamma adagia il bambino delicatamente su una coperta e se ne va a preparare la cena.
Lui, con gli occhi chiusi, riposa dolcemente. Mi verrebbe voglia di fargli una carezza. Ma se poi si sveglia?
E’ meglio mandargli con la mano un bacetto dicendogli: “Dormi e sogna in pace, amico mio”.
Fonte
Immagini
- Foto di p. Giovanni Piumatti
- Immagine creata digitalmente da spazio + spadoni