I sogni di un bambino africano… CONOSCERE

Immagine creata digitalmente da spazio + spadoni

Che cosa sogna un bambino africano?

Lo scopriremo in questa nuova rubrica, a cura del missionario

saveriano padre Oliviero Ferro

E quando capiremo che i sogni (ma non i diritti e le possibilità) sono gli stessi dei nostri figli, sarà l’ora di svegliarsi e compiere opere di misericordia.

Perché, grazie ad esse, un bambino africano (e non solo) potrà vivere nella gioia di poter sognare qualcosa che può diventare possibile.

 

“Ma tu da dove vieni? Come si vive nel tuo paese? Cosa mangiate?” e tante altre domande.

Chi le faceva era un simpatico frugoletto, attorniato dai suoi amici. Io mi ero fermato sulla porta della casa e loro, ridendo e scherzando, mi hanno visto.

Ci siamo seduti sul pavimento ed è incominciato l’interrogatorio all’uomo venuto da lontano. Cercavo di non dimenticare tutte le domande, anche perché nel frattempo ne aggiungevano delle altre. Erano curiosi. Volevano sapere, conoscere.

Forse era un sogno che avevano da tanto tempo. Non avevano avuto la possibilità fino ad allora.

Ma visto che io ero disponibile, ne hanno approfittato. Però, furbi loro, ma un po’ furbo anch’io. A ogni loro domanda, davo la risposta. Ma nel medesimo tempo, anch’io facevo loro delle domande. Anch’io ero curioso di conoscere la loro vita, i loro problemi,  loro sogni.

Il tempo sembrava non passare mai. “Facciamo un momento di sosta” dissi io e andai a prendere qualcosa da bere e qualche frutto, con le immancabili caramelle. Se le divisero da buoni fratelli.

Si vedeva che avevano sete. Non smettevano di parlare un momento. Finirono tutto quello che avevo portato. Forse avevano ancora qualche domanda.

Ma la sorellina di uno di loro arrivò di corsa, dicendo che la mamma li stava cercando. Dovevano tornare a casa in fretta. C’erano dei lavori da fare.

A malincuore, ci lasciammo, ma dandoci l’appuntamento alla prossima volta. Io sarò sempre là sulla porta di casa ad attenderli. Anche se un giorno non mi troveranno perché sono partito, sapranno che ci sarà sempre qualcuno davanti a quella porta pronto ad ascoltarli.

Non è solo la porta della casa, ma diventerà quella di un cuore che vuole conoscere e farsi conoscere.

 

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