I sogni di un bambino africano… AMICI

Immagine creata digitalmente da spazio + spadoni

Che cosa sogna un bambino africano?

Lo scopriremo in questa nuova rubrica, a cura del missionario

saveriano padre Oliviero Ferro

E quando capiremo che i sogni (ma non i diritti e le possibilità) sono gli stessi dei nostri figli, sarà l’ora di svegliarsi e compiere opere di misericordia.

Perché, grazie ad esse, un bambino africano (e non solo) potrà vivere nella gioia di poter sognare qualcosa che può diventare possibile.

 

“Dove state andando?” chiedo a un bambino che mi saluta correndo. “Sto andando a casa del mio amico Pierre. Dobbiamo studiare insieme poi faremo una bella partita a pallone”, mi risponde lui tutto felice.

È il sogno di ciascuno di noi di avere almeno un amico a cui aprire il proprio cuore, fare le confidenze e chiedere aiuto nelle difficoltà.

I bambini africani mi hanno insegnato che basta poco per fare amicizia. Basta accorgersi di chi ti sta vicino, fermarti a parlare con lui e magari condividere una caramella insieme.

Il resto verrà con il tempo.
Ce lo ricorda anche il dialogo tra il piccolo principe e la volpe. L’amicizia è fatta di riti, da ripetere ogni giorno.

Il mio amico, se sa che passo a salutarlo verso una certa ora, si farà trovare in casa e mi aspetterà con gioia.
Se invece non ci vado, si farà delle domande e sarà triste.

È quello che a volte si vede sui volti dei bambini. Quando sono tristi, spesso, è perché sono stati lasciati soli.

Se gli chiedi perché, ti risponderà che era andato a casa del suo amico, ma la mamma non ha voluto che lui entrasse perché doveva fare i compiti o l’aveva mandato a fare qualcosa nel villaggio.

Ma quando poi lo ritrova, la tristezza se ne va e tutto ricomincia. Si sta bene insieme.

Quando li vedi giocare insieme, anche tu rimani contento.

Se non bastano i giocatori, parte subito l’invito a cercarne altri.

Insomma, l’amicizia è una “malattia contagiosa”.

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SEC 2024-2025
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