I Domenica Di Quaresima B – L’alleanza Con Dio Ci Chiama A Conversione

Letture: Gn 9,8-15; 1 Pt 3,18-22; Mc 1,12-15

Il tema che lega le letture di Quaresima dell’Anno B è quello dell’“Alleanza”: l’ebraico berìt e il greco diathèke indicano pacificazione, riconciliazione, comunione, talora anche unilaterale, ma che sempre esige una risposta. Nella mentalità etico-giuridica latina, è ripristino dell’ordine violato con il peccato; in quella greca è compimento della creazione, superamento dell’abisso esistente tra Creatore e creatura, tra l’Infinito e il finito; in quella ebraica, è patto d’amicizia tra Dio e l’uomo.

Dio fa Alleanza con noi

Il brano odierno ci presenta l’Alleanza con Noè (Gn 9,8-15): è un brano tardivo, di fonte Jahwista e soprattutto Sacerdotale, vertice della teologia anticotestamentaria: è un’Alleanza cosmica, che coinvolge anche tutti gli animali e tutta la terra (vv. 9-11.16-17); è Dio che liberamente prende l’iniziativa, mentre Noè e la terra sono passivi (vv. 9.11.17; 15.16; 12; 13a): solo l’intervento di Dio salva il creato dalla distruzione.

Tale redenzione globale si compie in Gesù Cristo, il cui “sangue, il sangue dell’Alleanza”, è “versato per molti” (Mc 14,24): ce lo proclama Pietro nella seconda lettura (1 Pt 3,18-22), ricordando che Gesù annunzia la liberazione addirittura agli empi che ai tempi di Noè rifiutarono di credere (vv.19-20): e l’acqua nella quale, sull’arca, trovarono scampo  Mosè e i suoi è figura del nostro Battesimo (v.21), per il quale noi ci uniamo alla morte di Cristo per partecipare alla sua resurrezione (Col 2,12-13; Rm 6,4-5).

“Non abbandonarci alla tentazione”

Nel Vangelo Gesù è tentato: è necessario distinguere tra “tentazione-prova” e “tentazione-insidia”, accezioni entrambe possibili nel greco peirasmós usato dagli evangelisti. La prova può avere come soggetto Dio che vaglia la fedeltà e la purezza della fede dell’uomo: pensiamo ad Abramo, invitato a sacrificare Isacco, il figlio della promessa divina (Gn 22), a Giobbe, a Israele duramente “corretto” da Dio nel deserto “come un uomo corregge il figlio” (Dt 8,5). È un’educazione alla fedeltà, alla donazione disinteressata, all’amore puro e senza doppi fini.

Diversa è la “tentazione-insidia”, che mira alla ribellione dell’uomo nei confronti di Dio e della sua legge e che, a prima vista, dovrebbe avere come radice Satana o il mondo peccatore… Il male morale deve essere ricondotto o alla libertà umana, con un ruolo per il tentatore per eccellenza, Satana.

Ma consolante è al riguardo una frase della Prima Lettera ai Corinti di s. Paolo: “Dio è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze ma, insieme con la tentazione, vi darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere” (1 Cor 10,13).

Gesù veramente fa esperienza delle difficoltà degli uomini. Gesù è tentato, e per tutta la vita sarà continuamente tentato, ma superando la tentazione egli è il nuovo Adamo, l’uomo compiuto.

Come Adamo nel Paradiso terrestre stava con le bestie feroci, e in pace conviveva con esse, così qui Gesù è l’Adamo perfetto: per descriverlo l’Evangelista ci dice che Gesù, come Adamo in Paradiso (Gn 2,18-20), sta con le bestie feroci e con gli Angeli.

Chiamati a conversione

Il Vangelo termina con l’invito a convertirsi, ad unirsi a Gesù, in cui il Regno di Dio si è fatto vicino noi (Mc 1,15). La proposta dell’Alleanza è chiamata alla conversione, alla metànoia, cioè al cambiamento radicale del modo di pensare, ad un’inversione completa di rotta nella nostra vita. Ma ricordiamoci bene: conversione non è solo adesione intellettuale, ma coinvolgimento di tutta la persona, mutamento completo del modo di vivere. Per partecipare all’Alleanza-salvezza che si compie in Gesù il Messia, i battezzati sono quindi chiamati con forza ad un radicale ripensamento del loro stile di vita, sia a livello individuale, che ecclesiale, che sociale…

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