Giornata dell’Infanzia missionaria, il cuore dei bambini a tutte le latitudini

Su Vatican News, suor Inês Paulo Albino, segretario generale della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria, racconta le iniziative dei bambini nei cinque continenti 

(di Paolo Affatato – Città del Vaticano)

Se in Nord Europa i piccoli “cantori della stella” girano per Paesi e città proponendo canti natalizi a condomini e comunità raccogliendo offerte anche con la vendita di cioccolato, nell’altro emisfero, in Costa d’Avorio, nella diocesi di Abengourou, i bambini di due parrocchie coinvolgono i loro coetanei nei corsi per insegnare a leggere e scrivere ai piccoli di famiglie povere, in zone rurali, che non frequentano le scuole a causa dell’indigenza.

Queste, come altre iniziative, sono organizzate in occasione della Giornata mondiale dell’Infanzia missionaria, tradizionalmente celebrata il 6 gennaio ma che, a seconda del luogo e del contesto nelle diverse parti del mondo, ha propaggini anche in altre stagioni dell’anno.

Un messaggio di pace

Tutte le iniziative sono legate da un filo rosso che si esprime compiutamente nel motto universale I bambini aiutano i bambini che racconta in poche parole la vita e lo spirito della Pontificia Opera dell’infanzia missionaria, organizzatrice della speciale Giornata.

In Svizzera e in Germania, ad esempio bambini vanno di casa in casa nel periodo natalizio fino all’Epifania «portando un messaggio di pace e la benedizione per il nuovo anno, per sensibilizzare la gente a sostenere progetti in favore dei bambini in situazioni di disagio e povertà, in tutto il mondo», spiega suor Inês Paulo Albino, segretario generale della Pontificia Opera dell’infanzia missionaria, impegnata nel Dicastero per l’Evangelizzazione.

La religiosa dell’Istituto delle Adoratrici del Sangue di Cristo, nata in Guinea-Bissau, ha portato in Vaticano il piglio e il cuore maturati in anni di lavoro nel campo dell’evangelizzazione, della catechesi e dell’apostolato con bambini e giovani, nel suo paese e poi in Italia.

Le radici della “Santa Infanzia”

Suor Inês ci tiene a ricordare le radici dell’opera detta anche “Santa Infanzia” perché la storia dà senso al presente: «A metà dell’Ottocento un vescovo francese, Charles de Forbin-Janson, rimase colpito dalle notizie che arrivavano dai missionari francesi in Cina, sui numerosi bambini che morivano in povertà e senza aver ricevuto il battesimo.

Rammaricato per non poter partire personalmente come missionario, chiese consiglio a Pauline Jaricot, fondatrice della Pontificia opera della propagazione della fede. Lo scambio di idee tra i due fu illuminante e il vescovo propose di coinvolgere i bambini francesi affinché, tramite la preghiera e l’aiuto materiale, potessero dare supporto ai coetanei cinesi».

Così de Forbin-Janson andava predicando alle comunità e ai piccoli d’oltralpe “un’Ave Maria al giorno, un soldino al mese” per curare un bambino e salvare la sua anima.

«Con questa iniziativa fu gettato il seme da cui germoglierà l’Opera. Anni dopo verrà coniato il motto “i bambini aiutano i bambini” che ben sintetizza l’intuizione del fondatore e il nostro carisma», ricorda la religiosa africana…

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